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No DAPL spiati da paramilitari impiegati in Medio Oriente

no dapl

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(Rinnovabili.it) – Sorvegliati e spiati, come terroristi. Non si può definire diversamente la campagna di controspionaggio messa in atto dalla TigerSwan, una società di security privata con esperienza di combattimento in Iraq e Afghanistan, nei confronti degli attivisti No DAPL, che si oppongono alla costruzione dell’oleodotto Dakota Access negli Stati Uniti. Dai nativi americani all’attrice Shailene Woodley, da organizzazioni come Black Lives Matter, 350.org, Veterans for Peace, il Catholic Worker Movement e Food and Water Watch, praticamente tutto il movimento è stato tenuto d’occhio per conto della Energy Transfer Partners, impresa texana che costruisce l’oleodotto, con tattiche che gli esperti non esitano a definire illegali se utilizzate da organi di pubblica sicurezza.

A dimostrarlo sarebbero gli stessi documenti interni all’azienda, che il sito web Grist ha potuto vedere, pubblicando un’inchiesta scottante il giorno in cui il petrolio comincia a fluire nel DAPL. Monitoraggio di profili Facebook privati, pedinamenti e anche tentativi di infiltrare il movimento per creare spaccature sono alcune delle tattiche adoperate dai paramilitari assoldati dall’Energy Transfer Partners. La società con sede in Carolina del Nord è nata nel 2007, ha uffici in tutto il mondo e contratti milionari con il governo federale per servizi di sicurezza all’estero. Alla presidenza c’è un veterano della Delta Force, il gruppo delle forze speciali dell’esercito degli Stati Uniti che ha assassinato Osama Bin Laden.

 

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Le attività di TigerSwan sono andate ben oltre i terreni della protesta, spingendosi fin nell’area metropolitana di Chicago e di Springfield per tenere d’occhio due «chiese No DAPL» e verificare i legami tra alcuni membri del movimento e altri gruppi delle università locali.

Si tratta di un caso di polizia privata mai visto prima, secondo alcuni esperti, quello che ha coinvolto i movimenti di Standing Rock: potrebbero esserci gli estremi per una causa penale, nonostante i corpi privati godano di maggiore libertà rispetto alle forze dell’ordine statali.

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