Firmato oggi il protocollo di intesa tra Eni, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza ed i Comuni di Besenzone e Cortemaggiore per un progetto sperimentale di geosequestro del biossido di carbonio
(Rinnovabili.it) – Il CCS italiano acquista una nuova pedina. Questa volta in provincia Piacenza dove sorgerà, nel medio termine, un nuovo impianto di Carbon Capture and Storage. Dietro al progetto c’è il protocollo di intesa firmato oggi a Bologna da Eni Spa, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Piacenza e i Comuni di Besenzone e di Cortemaggiore. Saranno proprio i territori di questi due comuni ad ospitare il progetto sperimentale che ha già conquistato il giudizio favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente.
Il Protocollo ha una validità di quattro anni e definisce, tra le altre cose, anche l’istituzione di un tavolo tecnico di monitoraggio che seguirà ogni fase di applicazione dell’intesa raggiunta. A Eni invece, il compito di contribuire a riqualificare le aree interessate, anche con la realizzazione di impianti fotovoltaici, attraverso convenzioni tra la stessa società ed i due Comuni interessati. “Lo stoccaggio di CO2 – ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – è una delle tecnologie che la Commissione Europea ha individuato nel cosiddetto ‘Pacchetto Clima-Energia 20-20-20’, che è il punto di riferimento del piano attuativo del Piano Energetico Regionale per il 2011-2013. Il progetto ha quindi una doppia valenza: energetica e scientifica, ed ai suoi risultati sono interessati tanti laboratori della Rete regionale per l’Alta tecnologia, in prima fila per coniugare sviluppo ed ambiente, per contribuire a risparmio ed efficienza energetica, e a nuove prospettive occupazionali nel territorio”.
All’interno del progetto sarà utilizzato un sistema di monitoraggio geologico, idrogeologico e sulle diverse matrici ambientali (aria, acqua e suolo) che per tutto il periodo di sperimentazione e nelle fasi successive avrà il compito di raccogliere ed elaborare i dati e trasmetterli quindi al servizio geologico e all’Arpa Emilia-Romagna. L’iniziativa punta a verificare, mediante il test di iniezione della CO2, la possibilità di migliorare l’indice di efficienza allo stoccaggio del “Pool A”, rendendo economico il suo completamento. L’esperienza verrà impiegata per accrescere il know how tecnologico sul CCS ed in maniera particolare sui chimico-fisici legati all’immissione della CO2 nel sottosuolo.