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Il Nebraska approva il Keystone XL dopo il disastro ambientale

Keystone XL

Keystone XL

 

Il Keystone XL ottiene l’ultimo via libera ma cambia percorso

 

(Rinnovabili.it) – L’oleodotto Keystone XL passerà per il Nebraska. Lo ha deciso ieri un voto della Public Service Commission, che con una maggioranza di 3 a 2 ha dato il via libera al flusso del petrolio da sabbie bituminose dell’Alberta, in Canada, verso il Golfo del Messico. Non ha pesato, a quanto pare, sulla decisione della Commissione, il disastro ambientale che il 17 novembre si è verificato in South Dakota, dove in un altro oleodotto Keystone si è

Keystone XL
Fonte: New York Times

aperta una falla che ha causato lo sversamento di circa 800 mila litri di petrolio.

Tuttavia, il disco verde del Nebraska è arrivato con alcuni emendamenti. La compagnia che costruisce il serpentone di tubi dovrà spostare i cantieri su una rotta alternativa rispetto a quella prevista. Sarà un percorso leggermente più lungo, che potrebbe aumentare le complicazioni per la società. Infatti, deve cominciare daccapo il lavoro di negoziazione con i proprietari delle terre su cui corre l’oleodotto. TransCanada aveva già pagato molti proprietari lungo la rotta originaria per accedere alle loro terre. Soldi buttati, a quanto pare, perché ora vanno messe in piedi altre trattative dall’esito non scontato e comunque non immediato. In questo limbo sarà più facile, per i movimenti sociali contrari a questa grande opera, riorganizzarsi e magari contestare in tribunale la decisione della Public Service Commission.

 

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Secondo il New York Times, non è la prima volta che il Nebraska, stato conservatore con una vena indipendentista, ha messo i bastoni tra le ruote del Keystone XL. Il maxi oleodotto, correrà per 1.800 chilometri dall’Alberta fino al Nebraska meridionale, dove si collegherà con gli oleodotti esistenti per sboccare a Port Arthur, dove il Texas si affaccia sul Golfo del Messico.

Una delle ultime mosse di Obama, prima di lasciare la presidenza, è stata bloccare l’autorizzazione alla grande opera perché accusata di contribuire al cambiamento climatico. Ma con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, l’impasse è stato sbloccato.

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