(Rinnovabili.it) – Il fracking sta portando nel Regno Unito quel che ha sperimentato negli Stati Uniti e in Canada. Ma l’opposizione pubblica monta giorno dopo giorno, e la brutalità dell’industria non avrà facilmente la partita vinta.
Sono le parole di Naomi Klein, apparse in un recente articolo su The Ecologist. L’autrice e attivista canadese, nota per le sue analisi e critiche al capitalismo aggressivo delle multinazionali, racconta l’esperienza vissuta durante il suo ultimo viaggio nel Regno Unito, dove il fracking è uno dei temi più caldi nell’agenda politica di David Cameron. Del tutto entusiasta, il premier britannico e il suo governo stanno votando in questi giorni pesanti concessioni per l’industria del gas da scisti.
«Per fortuna – scrive Naomi Klein – gli attivisti stanno dando vita ad una risposta vigorosa e creativa, e sono più che all’altezza del compito di convincere il pubblico a porre fine a questa folle corsa per estrarre».
Una vittoria importante è stata ottenuta lunedì, quando gli emendamenti di alcuni deputati sono riusciti a modificare l’Infrastructure Bill, tenendo il fracking fuori dai parchi nazionali, aree di straordinaria bellezza naturale e luoghi in cui le principali falde acquifere sarebbero state a rischio di inquinamento».
«Ma i deputati – prosegue Klein – non sono ancora riusciti a imporre la moratoria richiesta dal Comitato per il controllo ambientale, e le compagnie avranno carta bianca per sfruttare lo shale gas nella maggior parte del Paese».
Bramosa di gettarsi al più presto nell’estrazione del gas britannico, l’industria ha speso milioni in pubbliche relazioni, «e ha ignorato sfacciatamente la volontà democratica dei cittadini britannici, capovolgendo leggi che avevano impedito la perforazione sotto le loro case».
Da quando Obama ha promosso la fratturazione idraulica, sostenendo che lo shale gas poteva essere considerato una “tecnologia ponte” fra i combustibili fossili e le rinnovabili, la Gran Bretagna ha utilizzato la stessa retorica per aprire i propri confini alle compagnie di estrazione. Ma per l’attivista e scrittrice Naomi Klein, le istanze della società civile daranno filo da torcere alle corporation e al governo: «Può sembrare che i ‘frackers’ nel Regno Unito e altrove non si fermeranno davanti a nulla. Ma grazie al crescente movimento globale in difesa del clima, il cosiddetto ‘ponte’ sta già bruciando».