L’estate 2022 in Europa ha mietuto più di 60mila vittime a causa delle ondate di calore. Circa 1/3 di tutti decessi legati al caldo, negli ultimi decenni, non si sarebbe verificato senza riscaldamento globale. Che è dovuto principalmente ai combustibili fossili: ogni nuovo milione di tonnellate di CO2 emesse oggi causerà 226 morti premature per caldo nei prossimi 80 anni. Se 5 tra le principali major oil&gas prendessero sul serio la transizione, il numero di questi decessi sarebbe dimezzato
Il rapporto di Global Witness
(Rinnovabili.it) – Cinque delle principali major del petrolio e del gas mondiali causeranno, da sole, più di 11,5 milioni di morti premature per caldo da qui al 2100. Con le loro strategie industriali che continuano a sostenere un modello di business ancorato alle fossili, entro metà secolo saranno responsabili di circa 51 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2), più o meno 14 volte più di quelle che genera l’UE in un anno. Se adeguassero le loro attività a uno scenario in cui si raggiunge la neutralità climatica nel 2050, il numero di decessi sarebbe dimezzato, a 5,5 milioni.
Lo ha calcolato l’ong Global Witness incrociando il costo della mortalità dovuta alla CO2 e i piani industriali di Shell, BP, TotalEnergies, ExxonMobil e Chevron. Il primo fattore, calcolato dalla Columbia University, considera la relazione tra le emissioni di CO2 e le morti legate al caldo ed è una misura del costo delle emissioni in termini di vite umane. Secondo il modello, ogni milione di tonnellate di CO2 emesse nel 2020 causerà ulteriori 226 decessi legati all’eccesso di temperatura nei prossimi 80 anni.
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Il valore finale di 11,5 milioni di morti in eccesso per caldo restituisce solo una parte dell’impatto concreto, sulla vita delle persone in tutto il mondo, del settore oil&gas. Ma mostra il collegamento tra un modello economico basato sulle fossili, l’urgenza di accelerare la transizione energetica, e gli effetti puntuali del riscaldamento globale.
L’aumento della temperatura mondiale, infatti, rende più frequenti e intense le ondate di calore. Il cui impatto può essere letale per le fasce di popolazione più vulnerabili, sia per fattori di salute che socio-economici (condizioni di lavoro, povertà energetica, ecc). Ovviamente, non tutti i decessi dovuti al caldo sono da attribuire al riscaldamento globale. Uno studio recente ha calcolato però che più di 1/3 dei quasi 30 milioni di decessi legati al caldo registrati a livello globale tra il 1991 e il 2018 dipendono dal cambiamento climatico. E più aumenta il global warming, più questo fenomeno si aggrava. Nell’estate del 2022, in Europa, le stime più attendibili parlano di oltre 60.000 morti premature per caldo.