Il monte Taranaki in Nuova Zelanda riceverà gli stessi diritti legali di una persona, diventando il terzo elemento geografico del paese a cui è stata conferita una "personalità giuridica"
(Rinnovabili.it) – In Nuova Zelanda anche la natura gode dei diritti degli esseri umani. Dopo il fiume Whanganui e il parco nazionale Te Urewera infatti, tocca ora al monte Taranaki ottenere lo status di personalità giuridica. Pochi giorni prima di Natale, otto tribù māori locali e il governo hanno firmato un accordo che ne sancisce la nuova posizione agli occhi della legge, un’intesa con la quale condivideranno la tutela della montagna, ritenuta sacra dalla popolazione indigena. Cosa significa? Che verrà riconosciuto al monte – un vulcano attivo ma quiescente – il ruolo whanau (famiglia estesa) e antenato e concedendogli le stesse tutele fornite alle tribù.
Il monte fu confiscato ai Maori nel 1865 dal governo della Nuova Zelanda e regalato come terreno agricolo ai coloni militari, con la scusa di voler sedare la guerra in corso. Prima della restituzione è passato più di un secolo, ma la stessa legge che ne riconosceva la proprietà alla popolazione locale (il Mount Egmont Vesting Act 1978), prevedeva di “regalarlo” nuovamente al Governo come dono nazionale.
Il nuovo riconoscimento acquista dunque un significato ancora più importante se inserito nel lungo contenzioso che divide il Paese.
L’accordo servirà ad offrire alla montagna sacra la miglior protezione possibile. Si tratta di un elemento non da poco dal momento che il vulcano sta divenendo un’attrazione turistica sempre più ricercata (il celebre Lonely Planet ha nominato la regione di Taranaki il secondo posto migliore al mondo da visitare). Il capo negoziatore della comunità locale, Jamie Tuuta, ha affermato che il riconoscimento della montagna come personalità giuridica e antenato è di enorme importanza non solo per i Maori ma per tutto il popolo di Taranaki. “Fornisce quel senso di appartenenza, associazione sociale e identità”, ha spiegato Tuuta. L’accordo raggiunto ha anche stabilito un quadro per lavorare su altre questioni in sospeso e sulle prossime mosse per il raggiungimento di un atto finale di risarcimento collettivo.