(Rinnovabili.it) – Perfluorocarburi (PFC), nonilfenoletossilati (NPE), ftalati e dimetilformammide ( DMF): nomi difficili da pronunciare, di sostanze ancora più difficili da tollerare per il corpo umano, potenzialmente cancerogene e altamente pericolose per l’ambiente. A cosa servono questi composti? Per esempio a realizzare il merchandising ufficiale dei campionati di calcio 2014, prodotto da Adidas, Nike e Puma.
La denuncia arriva da Greenpeace che ha pubblicato ieri i risultati delle analisi su prodotti promozionali dell’evento. Risultati che preoccupano e non poco, dal momento che i laboratori indipendenti hanno rinvenuto in 17 delle 21 scarpe da calcio e sulla metà dei guanti da portiere esaminati alti livelli di PFC ionici come i PFOA (acido perfluoroottanoico) una delle categorie più tossiche tra i PFC. «Adidas e altri marchi, che vestono i più grandi calciatori del mondo, promuovono i prossimi Mondiali di calcio con toni quasi eroici ma le nostre analisi dimostrano che l’azienda sta giocando davvero sporco» denuncia Chiara Campione, responsabile campagna Detox di Greenpeace Italia.
Livelli molto elevati di ftalati sono stati rilevati in tutte le 21 scarpe da calcio analizzate, nella stampa al plastisol di una maglietta da calcio Adidas realizzata e venduta in Argentina e sul cinturino di un paio di guanti da Puma in Ucraina e venduti in Italia. «Nonostante i loro impegni per l’eliminazione delle sostanze tossiche dalle proprie filiere e dai loro prodotti siamo costretti a dare un cartellino rosso ad aziende come Nike, Adidas e Puma. Credo che tutti quanti, dalle comunità locali che si vedono contaminata l’acqua dalle industrie tessili, ai giocatori, fino ai tifosi pensino che lo sport debba essere pulito e se c’è qualcosa da prendere a calci sono le sostanze chimiche pericolose che intossicano il calcio e le riserve idriche globali» conclude Campione.