Gli imballaggi per alimenti sono sufficientemente inerti da evitare che i loro componenti incidano sulla salute del consumatore? Quali norme ne regolano produzione e utilizzo? Risponde la chimica Daniela Maurizi
Avete mai sentito parlare dei MOCA? Niente a che vedere con il caffè, è la sigla che indica i materiali e oggetti a contatto con gli alimenti. Quante volte ci siamo chiesti se gli imballaggi degli alimenti che compriamo potrebbero essere nocivi o se le confezioni sono adeguatamente controllate. Anche a casa, qualche dubbio ci assale: meglio la pellicola o l’alluminio? E la carta forno? Abbiamo girato queste domande al chimico Daniela Maurizi, Segretario della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici. Esperta di sicurezza alimentare, è AD del Gruppo Maurizi.
Nella grande distribuzione i prodotti freschi sono spesso venduti in vassoi di polistirolo ricoperti di pellicola trasparente. Cosa comporta per la salute del consumatore il contatto di questi materiali con gli alimenti?
Se i materiali sono realizzati conformemente alle normative sui materiali a contatto con gli alimenti, non ci sono rischi per la salute del consumatore. Le normative sui MOCA prevedono infatti che tali prodotti vengano sottoposti a test specifici per valutare l’eventuale cessione di sostanze indesiderate negli alimenti. Naturalmente tali prodotti devono essere anche conservati e utilizzati in modo adeguato. Ciascun materiale possiede delle proprie caratteristiche di utilizzo che, se non seguite, possono causare un danno all’alimento (e al consumatore stesso). Generalmente queste caratteristiche prevedono temperature minime o massime di utilizzo oppure utilizzi solo con alcune categorie di alimenti.
Il contatto di pellicola, alluminio o carta forno con gli alimenti avviene anche nelle nostre case (ad esempio per conservare gli avanzi o per alcuni tipi di cotture): come utilizzarli in modo corretto?
Tali materiali sono studiati e realizzati in modo da essere idonei alle normali condizioni di utilizzo. Sulle confezioni è possibile comunque trovare utili e preziose indicazioni su come dovranno essere impiegati, soprattutto in merito alle restrizioni d’uso o ai divieti, come ad esempio potrebbe essere quello di non utilizzare la pellicola trasparente nel forno a microonde.
Quali norme regolano la produzione e l’utilizzo dei MOCA?
I MOCA sono disciplinati innanzitutto da alcuni Regolamenti Europei, alcuni dei quali si applicano indistintamente a tutti i MOCA, altri solo a particolari gruppi di materiali/oggetti. In particolare, il Reg. CE 1935/2004 costituisce la norma quadro e detta i principi generali cui devono conformarsi tutti i MOCA in termini di sicurezza, etichettatura e rintracciabilità. L’altra norma europea trasversale è il Reg. CE 2023/2006 che stabilisce le norme relative alle buone pratiche di fabbricazione dei MOCA disponendo che le imprese del settore abbiano sistemi di assicurazione e controllo della qualità a garanzia della conformità dei prodotti. Esistono poi disposizioni nazionali, più o meno recenti come il DM 21/03/73 che ha gettato le basi per la normativa nazionale sui MOCA o il D.Lgs. 29/2017 che ha stabilito le sanzioni relative alla violazione delle norme di produzione e commercializzazione.
Naturalmente tutte le norme del settore sono costantemente aggiornate sulla base degli sviluppi tecnici in questo campo, sia relativamente alla produzione dei MOCA che alla loro sicurezza (ovvero l’idoneità al contatto con gli alimenti).
In che modo il consumatore può capire se sono realizzati con i materiali consentiti?
Se il MOCA è venduto come prodotto finito non ancora a contatto con un alimento deve riportare il simbolo di idoneità a contatto con gli alimenti (bicchiere e forchetta) o la dicitura “per contatto con i prodotti alimentari” (tali indicazioni non sono necessarie se la destinazione d’uso del materiale/oggetto è inequivocabile). Il simbolo o la dicitura “per alimenti” attestano l’idoneità del materiale al contatto alimentare ovvero la sua realizzazione a partire da materiali consentiti. Se invece il materiale è già a contatto con l’alimento, ad esempio ne costituisce l’imballo, non sono obbligatorie le informazioni al consumatore relative alla sua idoneità essendo questa accertata dall’industria alimentare che lo ha utilizzato.
Dove finisce la responsabilità dei fabbricanti e dove comincia quella degli operatori del settore alimentare?
I fabbricanti hanno l’obbligo di realizzare i propri prodotti secondo le pratiche di buona fabbricazione e nel rispetto dei requisiti disposti dalla normativa cogente di settore. A tale riguardo il fabbricante deve emettere per iscritto una dichiarazione di conformità che attesta la conformità del MOCA alle norme cogenti. Tale dichiarazione unitamente alla documentazione che comprova la conformità dichiarata deve essere fornita all’industria alimentare.
L’industria alimentare, in quanto responsabile dell’alimento, deve valutare la completezza e l’adeguatezza delle informazioni ricevute affinché possa utilizzare il MOCA correttamente e in condizioni di sicurezza.