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Via libera dal Mise alle prime trivelle nel canale di Sicilia

Autorizzata la prima concessione di coltivazione di idrocarburi a largo della costa delle province di Caltanisetta, Agrigento e Ragusa. Greenpeace: “È necessario che il territorio si mobiliti, per difendere l’area”

Via libera dal Mise alle prime trivelle nel canale di Sicilia

 

(Rinnovabili.it) – E’ arrivato il primo via libera per le trivelle siciliane. Nonostante la forte opposizione di territorio e mondo ambientalista, il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato ieri il decreto con cui viene data la prima concessione di coltivazione di idrocarburi nel Canale di Sicilia, entrando dunque nel vivo della nuova campagna di trivellazioni petrolifere volute dal Governo Renzi. Nel dettaglio la concessione riguarda “Offshore Ibleo” il progetto di ENI e EDISON al largo della costa delle province di Caltanisetta, Agrigento e Ragusa. “Lo stesso progettoricorda Greenpeace Italiacontro cui, insieme a ben cinque amministrazioni comunali, ANCI Sicilia, associazioni ambientaliste, della pesca e del turismo, abbiamo fatto ricorso al TAR del Lazio meno di due mesi fa e contro cui abbiamo protestato a metà ottobre, occupando per oltre trenta ore la piattaforma Prezioso, al largo di Licata (Agrigento)”; con il via libera ministeriale entro un anno da oggi dovrebbero iniziare i lavori che porteranno alla realizzazione di otto pozzi (due dei quali “esplorativi”), una piattaforma e vari gasdotti, che interesseranno un’area di oltre 145 chilometri quadrati e per una durata di 20 anni.

 

“Autorizzando questo progetto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato un chiaro segnale: non intende prendere in alcuna considerazione la volontà del territorio, ma favorire unicamente gli interessi delle grandi compagnie petrolifere”, continua l’associazione. Eppure come ha ricordato anche la ricerca effettuata da Lorien Consulting presentata in esclusiva al “Forum QualEnergia?”, la corsa all’oro nero non piace a tutti gli italiani. Anzi. Il 51% degli italiani intervistati si dice contrario ad altre trivellazioni petrolifere, e un sì assoluto arriva solo dal 37% del campione. “Faremo ricorso anche contro questo nuovo provvedimento”, promette Greenpace. “È necessario che il territorio si mobiliti, per difendere un’area come il Canale di Sicilia, che la comunità internazionale ha identificato come vulnerabile e meritevole di speciale tutela e recenti studi dell’ISPRA hanno identificato come area di inestimabile biodiversità e sede di pericolosi fenomeni di vulcanesimo”.