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Sei ministri chiedono a Bruxelles un piano di uscita dal glifosato

Francia, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Slovenia e Malta chiedono all'Europa un gesto responsabile dopo la nuova autorizzazione al glifosato. E l'Italia?

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La lettera sul phase out dal glifosato non firmata dall’Italia

 

(Rinnovabili.it) – Ora che la frittata è fatta, si cerchi almeno di uscirne dignitosamente. In poche parole è questo il significato della lettera che sei stati membri hanno inviato alla Commissione Europea dopo il rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato. Nella loro lettera al vicepresidente dell’esecutivo UE, Frans Timmermans, e al Commissario della salute Vytenis Andriukaitis, i sei ministri dell’agricoltura o dell’ambiente di Francia, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Slovenia e Malta hanno ribadito le loro preoccupazioni sui rischi dell’erbicida. Manca clamorosamente l’Italia, che ha sempre votato contro le richieste di rinnovo che venivano dalla Commissione UE. Perché il Ministro Maurizio Martina non ha messo la firma in calce alla lettera?

Ricordando a Bruxelles che oltre un milione di cittadini europei ha aderito all’iniziativa per la messa al bando del glifosato, e che una risoluzione del Parlamento europeo sollecita misure per eliminarlo entro il 15 dicembre 2022, i sei ministri hanno sottolineato la necessità di un piano di uscita.

«Invitiamo la Commissione Europea ad accostare alla decisione del rinnovo misure volte a limitare i rischi e a preparare il piano di uscita dal glifosato, accompagnando gli agricoltori», scrivono i firmatari.

 

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Gli stati chiedono anche che Bruxelles effettui uno studio sulle alternative chimiche, meccaniche o biologiche all’uso del glifosato in agricoltura. La nuova ricerca dovrebbe essere condotta dalle agenzie europee in collaborazione con le agenzie nazionali degli stati che si offrono volontari, coinvolgendo anche la IARC per quanto riguarda la cancerogenicità della sostanza. Un tentativo, insomma, di rivedere la letteratura scientifica fuori dalle stanze dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dalle quali è uscita una valutazione con 100 pagine scritte dalla Monsanto, grazie a cui oggi il glifosato è ancora legale.

Lo scorso novembre, infatti, il Comitato d’appello composto da esperti nominati dagli stati membri ha dato il suo via libera alla controversa sostanza, mettendo fine a uno stallo che durava da due anni. Determinante è stato il voto della Germania, che ha cambiato idea all’ultimo momento e ha garantito il raggiungimento della maggioranza qualificata.