(Rinnovabili.it) – C’è una massa gigantesca di migranti che nessuno prende in considerazione. Concentrati sulle centinaia di migliaia di persone che sono costrette a spostarsi verso i confini europei, dimentichiamo i 27,8 milioni di sfollati interni causati dalle guerre e dai disastri naturali acuiti dall’impatto del fenomeno climatico El Niño. Si tratta di uomini e donne che tentano di sopravvivere seppur ridotti in condizioni inumane e sono più del doppio dei migranti che in tutto il mondo si spostano fuori dai propri confini.
Su questo fenomeno prova ad accendere la luce l’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) del Consiglio norvegese per i rifugiati, che nel suo rapporto annuale pubblica i dati relativi al 2015. Ciò che salta immediatamente all’occhio è il numero di persone obbligate a migrare a seguito di catastrofi naturali. Sono più del doppio rispetto ai flussi innescati dai conflitti: 8,6 milioni di sfollati interni sarebbero infatti direttamente imputabili alle guerre, 19,2 milioni agli eventi meteorologici, climatici o geologici estremi. Negli ultimi 8 anni, i disastri naturali hanno cacciato di casa 203 milioni di persone: come se l’intera popolazione del Brasile fosse stata costretta a spostarsi.
Mentre i conflitti e le violenze hanno riguardato flussi di migranti interni soprattutto nella zona del Medio Oriente e Nord Africa, gli eventi estremi hanno colpito in primo luogo nazioni del Sud-est asiatico: India, Cina e Nepal su tutti. In India due potenti alluvioni hanno causato l’81% dei 3,7 milioni di sfollati per cause naturali del 2015. Tre tifoni di ampia portata e una alluvione hanno invece provocato il 75% dei 3,6 milioni finiti per strada in Cina. In Nepal, invece, i terremoti di aprile e maggio 2015 hanno ucciso 8.700 persone e generato 2,6 milioni di sfollati.
In realtà, il rapporto sottolinea che non sempre si può separare la causa naturale da quelle antropica: molto spesso i conflitti nascono da situazioni complesse e in contesti dove si combina l’azione di diversi fattori, tra cui anche disastri naturali come le siccità e degrado ambientale.