Eventi meteorologici, geologici o climatici causano disastri naturali che costringono milioni di persone a migrare ogni anno
(Rinnovabili.it) – C’è una massa gigantesca di migranti che nessuno prende in considerazione. Concentrati sulle centinaia di migliaia di persone che sono costrette a spostarsi verso i confini europei, dimentichiamo i 27,8 milioni di sfollati interni causati dalle guerre e dai disastri naturali acuiti dall’impatto del fenomeno climatico El Niño. Si tratta di uomini e donne che tentano di sopravvivere seppur ridotti in condizioni inumane e sono più del doppio dei migranti che in tutto il mondo si spostano fuori dai propri confini.
Su questo fenomeno prova ad accendere la luce l’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) del Consiglio norvegese per i rifugiati, che nel suo rapporto annuale pubblica i dati relativi al 2015. Ciò che salta immediatamente all’occhio è il numero di persone obbligate a migrare a seguito di catastrofi naturali. Sono più del doppio rispetto ai flussi innescati dai conflitti: 8,6 milioni di sfollati interni sarebbero infatti direttamente imputabili alle guerre, 19,2 milioni agli eventi meteorologici, climatici o geologici estremi. Negli ultimi 8 anni, i disastri naturali hanno cacciato di casa 203 milioni di persone: come se l’intera popolazione del Brasile fosse stata costretta a spostarsi.
In realtà, il rapporto sottolinea che non sempre si può separare la causa naturale da quelle antropica: molto spesso i conflitti nascono da situazioni complesse e in contesti dove si combina l’azione di diversi fattori, tra cui anche disastri naturali come le siccità e degrado ambientale.