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Primato mondiale per Milano, capitale della raccolta dell’umido

Il capoluogo lombardo nel 2013 ha completato l'estensione a tutta la città della raccolta dell'umido. Ma il settore cresce in tutta Italia

Primato mondiale per Milano, capitale della raccolta dell'umido(Rinnovabili.it) – Cresce l’Italia della raccolta dell’umido e lo fa segnando qualche record. Come quello di Milano divenuta a fine 2013 la più grande città al mondo ad aver esteso, e con ottimi risultati, la raccolta differenziata dell’organico alla totalità della sua cittadinanza. A rivelarci il virtuosismo del capoluogo lombardo è il Rapporto Annuale 2014 del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) presentato oggi a Ecomondo. Il report rivela come lo scarto organico sia divenuto la componente principale dei rifiuti urbani raccolti in Italia, attestandosi a quota 42% sul totale 2013. In altre parole su un totale di 12,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani differenziati in Italia, umido e scarti verdi hanno rappresentato una quota di ben 5,2 milioni.

 

Ciò fa di ogni italiano un differenziatore di 86 kg procapite di rifiuti organici, sebbene esistano ancora differenze di intercettazione: maggiore nelle regioni del Nord con 108 kg procapite, contro i 77 kg di media del Centro e i 62 kg del Sud. Occorre tuttavia sottolineare – spiga il Consorzio in una nota stampache il dato è influenzato dalla diversa estensione delle raccolte nelle diverse realtà regionali: l’intercettazione calcolata sulla quota della popolazione effettivamente servita da circuiti di raccolta differenziata è decisamente superiore al Sud, con valori medi, secondo indagini CIC, che oscillano tra 110 e 130 kg procapite”.

 

Il rapporto rivela anche un altro dato interessante: lo sviluppo dell’impiantistica di recupero. “Nel giro di 20 anni (i primi circuiti di raccolta del rifiuto organico sono datati 1993) si è sviluppato e consolidato un sistema industriale dedicato alla trasformazione dello scarto organico che, nel 2013, conta 240 impianti di compostaggio, 130 dei quali di rilevanza industriale”, spiega il CIC. “Continua anche la crescita del numero di impianti di digestione anaerobica, che nel triennio 2011/2013 aumenta di quasi il 60% con un totale di 43 impianti operativi”.