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Microplastiche nei grandi Laghi: è allarme

Microplastiche nei grandi Laghi è allarme

 

(Rinnovabili.it) – Gli scienziati che hanno riferito che i Grandi Laghi sono zeppi di minuscoli frammenti di plastica (microplastiche), e stanno crescendo gli allarmi riguardo un tipo poco noto di detriti rinvenuti grazie alle reti di campionamento: sono fibre sintetiche provenienti da indumenti e altri prodotti di consumo.

Sono le “microfibre”, filamenti estremamente sottili costituiti da materiali a base di petrolio come poliestere e nylon, che si intrecciano insieme ai tessuti.

 

«Quando laviamo i nostri vestiti, alcune delle microfibre si rompono e finiscono nell’impianto di trattamento delle acque reflue, per sfociare poi nei corsi d’acqua», ha detto Sherri Mason, chimico della State University di New York. Negli ultimi due anni, Mason e i suoi colleghi hanno documentato l’esistenza di rifiuti microplastici – alcuni troppo piccoli per vedersi ad occhio nudo – nella zona dei Grandi Laghi. Tra le particelle rinvenute ci sono perle abrasive utilizzate nei prodotti per la cura personale e nei dentifrici. Altri ricercatori hanno fatto ritrovamenti analoghi negli oceani, in superficie ma soprattutto sui fondali.

Un certo numero di aziende stanno sostituendo le microsfere con sostanze naturali come noccioli di frutta. L’Illinois ha imposto un divieto in tutto lo Stato sulle microsfere lo scorso anno. Misure simili sono state proposte in California e New York.

 

Invece le microfibre hanno ricevuto relativamente poca attenzione. Esse rappresentano circa il 4% della plastica che Mason ei suoi studenti hanno raccolto dai Grandi Laghi. Il gruppo lavora trascinando una rete a maglia finissima lungo le superfici lacustri e raccogliendo decine di migliaia di particelle per miglio quadrato, per poi studiarle al microscopio.

Circa tre quarti della plastica rinvenuta è costituita da frammenti di oggetti più grandi, come le bottiglie. Il resto è costituito da pezzi più piccoli come le microsfere, il polistirolo e altri materiali.

 

L’inquinamento ha un impatto sulla vita e la salute di pesci ed uccelli, come i cormorani. Dentro il loro stomaco si depositano numerosi frammenti nocivi, perché molte plastiche sono realizzate con sostanze tossiche o le assorbono dall’acqua inquinata. C’è anche la possibilità che le fibre dai laghi vengano convogliate nell’acqua potabile. Gli scienziati, ad esempio, hanno riferito lo scorso autunno che due dozzine di varietà di birra tedesca contenevano microplastiche.

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