L'analisi dei 'margini caldi' degli areali di diffusione delle specie terrestri, marine e d'acqua dolce rivela che le estinzioni locali legate ai cambiamenti climatici sono già diffuse
(Rinnovabili.it) – Quasi metà delle specie animali e vegetali del Pianeta è colpita da estinzioni locali legate ai cambiamenti climatici. Lo rivela uno studio condotto su 976 specie terrestri, marine e d’acqua dolce in tutto il mondo, che ha analizzato le fluttuazioni nell’estensione dei loro areali e ha cercato di determinarne le cause.
Di queste quasi 1000 specie, ben il 47% è scomparso in alcuni delle sue tradizionali aree di diffusione. Non significa che la specie si sia estinta del tutto: gli effetti di questo fenomeno sono locali, cioè solo in determinati habitat le condizioni portano alla scomparsa di una specie, che continua a sopravvivere altrove.
La ricerca è stata condotta da John Wiens, ecologista dell’Università dell’Arizona di Tucson, e pubblicata nella Public Library of Science Biology. Ha concentrato la sua attenzione sui cosiddetti “warm edge”, letteralmente i “margini caldi”: cioè quelle aree di confine dell’areale di una specie dove le condizioni ambientali in un dato ecosistema diventano troppo calde per alcune specie, che sono quindi costrette a migrare, o semplicemente a estinguersi in mancanza di alternative. Il lavoro di Wiens si è basato su studi già pubblicati e, in un certo senso, li ha messi a sistema creando una mappatura globale del fenomeno.
Delle 716 specie animali e 260 specie vegetali diffuse in Asia, Europa, Madagascar, Oceania e America, Wien ha riscontrato segni di importanti cambiamenti nei loro areali in 460 casi. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono più pesanti nelle zone tropicali e affliggono soprattutto gli animali (545 delle 716 specie esaminate). Tutto ciò in un contesto in cui il riscaldamento globale è di 0,85°C tra il 1880 e il 2012.
“Questi risultati suggeriscono che le estinzioni locali legate ai cambiamenti climatici sono già diffuse, anche se il riscaldamento globale attuale è modesto in confronto a quello previsto nei prossimi 100 anni – commenta Wiens – Queste estinzioni diventeranno molto più diffuse con l’aumento del riscaldamento globale”. Larga parte della comunità scientifica teme che questo processo possa scatenare – se non l’ha già innescata – un’estinzione di massa sulla Terra. Sarebbe la sesta nella storia del Pianeta (l’ultima è legata al meteorite che spazzò via i dinosauri), ma questa volta a causarla sarebbe l’uomo.