(Rinnovabili.it) – C’è spazio per tutti su questa Terra? Secondo una elaborazione di dati NASA a cura di Metrocosm, sembrerebbe di sì. La metà della popolazione mondiale, nota l’autore, Max Galka, vive su appena l’1% delle terre emerse. Per dimostrarlo ha pubblicato una mappa, che divide il mondo in 28 milioni di quadrati, ciascuno avente un lato di 5 chilometri. In giallo, come si vede nella foto in basso, quelli in cui la popolazione supera le 8 mila unità (550 persone per km²), in nero quelli che rimangono al di sotto della soglia.
Come si vede, la maggior parte del globo è scura: solo in Asia e in parti dell’Oceania (Indonesia) il reticolato presenta zone completamente gialle. In particolare si tratta di India, Cina, Bangladesh e dell’Isola di Giava. Tuttavia, la maggior densità di popolazione si trova al Cairo: in soli 14 chilometri quadrati vive un milione di persone.
Entro il 2100, le ultime stime dell’ONU prevedono un aumento della popolazione mondiale che ci porterà a raggiungere gli 11 miliardi di individui. La domanda è: la Terra ha sufficiente spazio per ospitare tutte queste persone? Secondo i dati NASA sembrerebbe di sì: la sovrappopolazione dovrebbe rimanere un problema localizzato soprattutto in Asia, mentre l’Africa, continente in cui è atteso il vero boom demografico, dovrebbe essere in grado di offrire spazio a tutti i nuovi inquilini.
Anche se non ha la densità di popolazione dell’Asia, l’Europa è straordinariamente priva di spazi aperti. Mentre in oriente la popolazione è altamente concentrata nelle gran di metropoli, le aree più abitate nel vecchio continente sono distribuite in modo uniforme su tutto il territorio. Questo fa sì che da noi manchino quelle distese libere e incontaminate che caratterizzano, invece, buone parti degli altri continenti.
Tuttavia, il problema dell’ecosistema, negli anni a venire, non sarà tanto quello dello spazio per i nuovi miliardi di umani che cammineranno sul pianeta. Sarà un problema di risorse. Senza una loro equa distribuzione, ma soprattutto senza una riduzione nel loro sfruttamento, la capacità rigenerativa della Terra – già oggi insufficiente per i nostri standard – verrà irrimediabilmente compromessa.