Il piccolo Stato insulare chiede l’aiuto della comunità internazionale nell’impegno depositato all’ONU per fronteggiare il cambiamento climatico
(Rinnovabili.it) – I piccoli Stati Insulari sono responsabili per l’1% delle emissioni globali, eppure soffriranno più di tutti gli altri gli effetti del cambiamento climatico. Molti di loro rischiano di scomparire dalla faccia della terra, e per questo si sono uniti nel chiedere alla COP 21 uno sforzo ulteriore di taglio della CO2. Stanno conducendo una battaglia per tentare di contenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1.5 °C, sostenendo che il limite dei 2 °C cui puntano la maggior parte dei membri UNFCCC sia troppo rischioso. Per la verità, gli impegni per il clima finora depositati all’ONU sforano anche questo target: a scanso di grandi sorprese, il patto mondiale che verrà fuori dalla COP 21 manterrà l’aumento delle temperature sul binario del +3 °C al 2100.
Dal canto suo, il piccolo Stato insulare chiede l’aiuto finanziario della comunità internazionale per tagliare del 30% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli 2010. A corredo promette di impegnarsi nella riforestazione, nel passaggio a fonti energetiche rinnovabili e nell’agricoltura sostenibile. Per conseguire dei risultati, il governo chiede 1.5 miliardi di dollari per la mitigazione e 4 per le misure di adattamento.