Ridurre l'impronta ecologica dei matrimoni è una tendenza sempre più in voga tra volti celebri e famiglie reali. Tra i più “bravi” il Principe Alberto di Monaco, con nozze da solo 4.000 tonnellate di CO2
(Rinnovabili.it) – Calcolare, e possibilmente annullare, le emissioni di CO2 dei matrimoni sembra essere divenuta l’ultima tendenza ambientalista. Non sfuggono neppure le sfarzose nozze delle famiglie reali, che da protagoniste indiscusse dei rotocalchi rosa, sono ora nel bersaglio dei green spirits. Lo sanno bene William d’Inghilterra e Kate Middleton, criticati per aver generato più di 6.756 tonnellate di CO2, equivalente a dieci volte la quantità di gas serra prodotti in un anno da Buckingham Palace, con la loro cerimonia nuziale. Risultati migliori, invece, per il Principe Alberto di Monaco, convolato a nozze con Charlene Wittstock lo scorso 2 luglio e responsabile di “sole” 4.000 tonnellate di anidride carbonica. L’impronta ecologica del matrimonio reale è stata calcolata dalla Fondation Prince Alberto II de Monaco, prendendo in considerazione diversi fattori, come ad esempio i trasporti aerei e a terra di tutti gli invitati, che hanno rappresentato circa il 98,3% delle emissioni totali. Tutte le emissioni prodotte saranno compensate attraverso con il programma “Monaco Carbon Offsetting” (MCO2), che consente ad individui e aziende di compensare volontariamente le loro emissioni di gas serra, mediante l’acquisto di crediti di carbonio (CER) provenienti da investimenti in progetti certificati dal Secretariato dell’UNFCCC. In questo caso, il Principe ha scelto di finanziare quattro progetti diversi: recupero di metano dalle discariche dello Stato di Para in Brasile; realizzazione di impianti idroelettrici a Himachal Pradesh in India; costruzione di un bacino idrico nella provincia di Yunnan e di un impianto eolico a Jiangxi, in Cina. Ulteriori accorgimenti sono stati la fornitura di energia elettrica verde nell’ambito del programma EDENERGIE della SMEG, oltre al rigoroso trattamento dei rifiuti pirotecnici e dell’approvvigionamento di risorse locali per la preparazione della cena.