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Marine litter: nei canali di Venezia un rifiuto ogni 13 m

Legambiente e Ispra Chioggia hanno presentato la campagna Don’t Waste Venice e i risultati del primo giorno di monitoraggio in concomitanza con l’arrivo di Goletta Verde

Marine litter: nei canali di Venezia un rifiuto ogni 13 m

 

(Rinnovabili.it) – Ancor più che dall’innalzamento del livello del mare, Venezia rischia di essere sommersa da un’ondata di marine litter. Contenitori per bevande, frammenti di plastica, mozziconi di sigarette sacchetti galleggiano infatti nelle acque dei suoi canali, regalando un spettacolo non certo piacevole per l’occhio e soprattutto tenendo sotto scacco l’ambiente. A rivelare questo preoccupante scenario sono i primi risultati ottenuti dal monitoraggio del 22 giugno, giornata d’avvio della campagna Don’t Waste Venice. L’iniziativa di sensibilizzazione, ideata nell’ambito del progetto europeo di ricerca DeFishGear, ha passato al setaccio  canali della Giudecca recuperando, nei sette chilometri percorsi, oltre 500 rifiuti galleggianti.

 

Le prime analisi del “pescato” – realizzate grazie alla collaborazione tra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Struttura Tecnico Scientifica di Chioggia, Legambiente Veneto ed il circolo di Legambiente Venezia – sono state illustrate questa mattina in occasione dell’arrivo in città della Goletta Verde: è presente un rifiuto ogni 13 metri e la plastica è la principale categoria di rifiuto (87% di cui 17% polistirolo).

“Il marine litter è un problema troppo spesso sottovalutato per una città come Venezia il cui rapporto con l’acqua è emblematico – spiega Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto – e dove la grande affluenza turistica e le difficoltà logistiche di fronte alle quali si trovano la municipalità e i cittadini nel gestire i rifiuti urbani rende tutto più complesso. Proprio per questo la campagna Don’t Waste Venice si pone come obiettivo non solo quello di monitorare i rifiuti galleggianti nei canali, ma di coinvolgere cittadini e turisti nella loro riduzione tramite alcune semplici buone pratiche. È ovviamente necessario che anche l’amministrazione comunale affronti finalmente la gestione e la raccolta dei rifiuti con formule innovative, al passo con i tempi e delle richieste che arrivano dalla popolazione”.

Una volta raccolte tutte le informazioni la campagna si occuperà di intraprendere azioni di prevenzione e riduzione nei confronti del marine litter per raggiungere il “buono stato ecologico” entro il 2020. “Grazie al progetto DeFishGear stiamo ottenendo finalmente una prima fotografia del problema dei rifiuti marini in Adriatico – spiega Tomaso Fortibuoni, responsabile ISPRA del progetto DEFISHGEAR – e intraprendendo delle attività per contribuire a risolverlo. Siamo ad esempio riusciti a portare a Chioggia, attraverso un progetto pilota, la pratica nota in Europa come Fishing for Litter, la pesca dei rifiuti. Si tratta di un’attività di mitigazione dell’impatto dei rifiuti in mare praticata con successo in Nord Europa da diversi anni, ma che in Italia stenta a realizzarsi. Alla sua base vi è una idea molto semplice: mettere i pescatori nella condizione di portare a terra e smaltire gratuitamente i rifiuti che pescano accidentalmente durante la loro normale attività”.