(Rinnovabili.it) – La fine del 21° secolo potrebbe essere caratterizzata da diversi disagi per le specie marine che abitano il Mar Baltico. A rivelarlo è un nuovo studio nel quale si evidenzia che un potenziale aumento della temperatura potrebbe portare alla diminuzione della concentrazione di sale nelle acque, portandola a limiti mai raggiunti dal 1850.
I ricercatori provenienti dai paesi limitrofi al Mar Baltico hanno collaborato ad un progetto interdisciplinari con lo scopo di studiare gli effetti del cambiamento climatico globale per l’area di mare in questione. Per ottenere i risultati gli esperti hanno combinato i modelli climatici migliori esistenti con altre previsioni relative ai fattori che normalmente influenzano l’ambiente della regione. Uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, il professor Jonathan Havenhand del Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali presso l’Università di Göteborg, in Svezia, ha commentato:
“Ci sono numerosi studi che dimostrano l’impatto ambientale dei singoli fattori, o modelli che mostrano i cambiamenti globali del clima, ma questa è la prima volta che qualcuno offre uno sguardo dettagliato relativamente al modo in cui questi fattori si combinano influenzando una specifica regione. Ciò rende questo progetto unico”.
Le previsioni dei ricercatori non fanno ben sperare: l’aumento della temperatura dell’acqua farà scendere la percentuale di ossigeno favorendo l’eutrofizzazione e causando la scomparsa di alcune specie animali e vegetali.
“E’ in pericolo la cozza blu” ha affermato uno dei ricercatori chiarendo che il mitile rappresenta un anello importantissimo della catena in quanto purifica enormi quantità di acqua, ma è minacciato da un eventuale diminuzione della concentrazione salina.
Nonostante le nefaste previsioni gli studiosi hanno però confermato che il cambiamento climatico può essere contrastato ad esempio, riducendo l’immissione nelle acque di nutrienti provenienti dai terreni vicini.