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Mangiare animali accelera il climate change

Un nuovo report, curato da Catham House, rileva che il consumo di carne è in aumento, e con esso le emissioni che causano il climate change

Cibarsi di animali accelera il cambiamento climatico-

 

(Rinnovabili.it) – Frenare l’enorme e crescente desiderio di carne del mondo è essenziale per evitare una deriva devastante per il climate change. Ma governi e attivisti verdi – mette in guardia l’analisi del think tank Chatham Housenon stanno facendo nulla per affrontare il problema, perché temono una reazione dei consumatori.

L’industria del bestiame globale produce più emissioni di gas serra di tutte le auto, gli aerei, i treni e le navi messi insieme.

 

«Prevenire un catastrofico riscaldamento globale dipende dalla volontà di affrontare il tema del consumo di carne e latticini, ma il mondo sta facendo molto poco – ha affermato Rob Bailey, autore principale del rapporto – Parecchio è stato fatto sulla deforestazione e il trasporto, ma c’è un divario enorme per quanto riguarda il settore zootecnico». Tutto ciò deriva dal fatto che rimane una profonda riluttanza a impegnarsi in merito, dato che i governi pensano non sia di loro competenza, o della società civile, dire alle persone cosa dovrebbero mangiare».

L’ultimo rapporto dell’IPCC ha rilevato che un cambiamento della dieta può portare ad emissioni «sostanzialmente inferiori», ma non vi è alcun piano delle Nazioni Unite per raggiungere questo obiettivo.

 

Cibarsi di animali accelera il cambiamento climatico

 

Se i politici e le associazioni ambientaliste si guardano bene dall’affrontare il tema, così non è per figure di alto profilo nel mondo della scienza: da Rajendra Pachauri, capo dell’IPCC, all’economista Nicholas Stern, gli appelli a una transizione vegetariana sono arrivati più volte. Altri scienziati hanno proposto una tassa sulla carne per contenere i consumi.

 

La relazione di Chatham House, che non a caso arriva durante i negoziati sul clima della COP20 di Lima, si basa su recenti studi scientifici, che rivelano un’impennata della domanda di carne in Cina (ma non solo), in grado di gettare il mondo nel caos climatico. Le emissioni provenienti da bestiame, in gran parte derivanti dai gas e le deiezioni di mucche e pecore in enormi allevamenti intensivi, attualmente costituiscono quasi il 15% del totale globale. Il consumo di carne è sulla strada di un aumento del 75% entro il 2050, e i prodotti lattiero-caseari del 65% rispetto al 40% dei cereali. Nei paesi sviluppati, dove il consumo di animali e derivati è maggiore, la consapevolezza dell’impatto climatico è bassa, così come la volontà di cambiare abitudini.