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Mal’aria 2015: PM10 fuori controllo in 32 capoluoghi

 

Mal’aria 2015: PM10 fuori controllo in 32 capoluoghi

(Rinnovabili.it) – Linquinamento atmosferico nelle città italiane sta lentamente migliorando, ma i livelli di esposizione dei cittadini rimangono elevati e spesso ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa. Questo quanto rivela Mal’aria 2015, il dossier di Legambiente sulla qualità dell’aria urbana. La campagna di indagine condotta dall’associazione ambientalista avverte che dall’inizio dell’anno ad oggi ben 32 capoluoghi di provincia hanno valicato i 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera per il PM10. Ad aprire la classifica delle città più colpite dal particolato del 2015 ci sono Frosinone e Parma, entrambe con 20 giorni di superamento del limite; per il capoluogo laziale non si tratta una novità dal momento che aveva chiuso il 2014 con ben 110 giorni di superamento. Nel complesso la situazione più critica continua a registrarsi nell’Area padana e in grandi città del Centro Sud come Roma (12 giorni di superamento) e Napoli (11).

“E’ quanto mai evidente la necessità di un urgente e decisivo piano di intervento che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti -, più volte annunciato ma ancora mai attivato a livello nazionale. Le cause si conoscono e le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo. Per ridurre le emissioni industriali occorre avviare la rapida approvazione delle Autorizzazione Integrate Ambientali per gli impianti nuovi ed esistenti e promuovere l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili per ridurne gli impatti”.

 

Se in molte città la disposizione geografica non aiuta la lotta allo smog, la colpa principale però non si che dare ai trasporti: l’Italia continua ad avere il record per numero di auto per abitante, 65 ogni 100 contro una media europea di 48 circa, con un tasso di motorizzazione addirittura in crescita negli ultimi anni. Tuttavia si tratta di una colpa condivisa in quanto anche i riscaldamenti domestici stanno facendo la loro parte. “Bisogna uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili puntando su fonti energetiche rinnovabili – prosegue Zampetti – investire nella riqualificazione energetica degli edifici per ridurne i consumi e migliorarne l’efficienza e l’isolamento termico, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici e affrontare uno dei nodi principali: il trasporto a livello urbano ed extra urbano”.

 

Un passo avanti determinante nella lotta all’inquinamento atmosferico urbano lo si compirà con l’approvazione del pacchetto europeo sulla qualità dell’aria; le nuove norme comunitarie, presentate nel 2013 rischiavano di essere cancellate dalle priorità del nuovo esecutivo europeo, ma grazie anche all’azione congiunta di tante associazioni, comitati e cittadini, è tornato al centro della discussione. “Uno strumento che, seppur migliorabile in alcuni aspetti, come specificano le proposte riportate nel presente dossier, porterebbe a livello europeo alla riduzione di 58mila morti premature ed a benefici economici stimabili in 40 – 140 miliardi di euro per anno”.

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