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Le major del carbone impreparate alla transizione energetica

Valgono quasi un terzo del mercato globale del carbone, ma le 11 più grandi compagnie minerarie non hanno piani per la riduzione delle emissioni

Le major del carbone impreparate alla transizione energetica

 

(Rinnovabili.it) – I giganti del carbone sono impreparati alla transizione verso un’economia a basse emissioni. L’avvertimento arriva dal Carbon Disclosure Project (CDP), un’organizzazione che lavora con azionisti e corporations per rendere pubbliche le emissioni delle grandi compagnie. Il gruppo ha prodotto uno studio che accusa i più grandi player del settore minerario di non essere in grado di gestire i rischi idrici e climatici.

Il rapporto ha preso in esame 11 delle principali società minerarie al mondo, tra cui BHP Billiton, Glencore e Anglo American, per la loro vulnerabilità al cambiamento climatico. Queste compagnie, messe insieme, rappresentano il 40% dei traffici via mare di carbone e il 27% del mercato del carbone termico globale.

CDP ha rilevato che solo sei delle 11 compagnie hanno piani per la riduzione delle emissioni di gas serra, mentre nove si oppongono alle leggi in favore del clima nei loro sforzi di lobbying. La metà di tutte le strutture aziendali si trova in zone di medio o alto stress idrico, ma le imprese non sono preparate a gestire il rischio che questo comporta per le loro operazioni.

 

Le major del carbone impreparate alla transizione energetica 2Inoltre, il rapporto mostra come le major del carbone siano fortemente esposte a misure restrittive sulle emissioni: se venisse deciso un prezzo globale del carbonio di 50 dollari a tonnellata, le società si svaluterebbero collettivamente di 10 miliardi di dollari in un colpo solo.

Il metodo utilizzato dai ricercatori è intuitivo: hanno assegnato alle imprese un voto da “A” ad “E” utilizzando cinque criteri: efficienza energetica, resilienza idrica, esposizione al carbone, esposizione ai costi del carbonio e grado di preparazione a nuove normative sul carbonio. La ditta con i punteggi più alti è risultata la brasiliana Vale (responsabile del disastro ambientale del Rio Doce), mentre Glencore e First Quantum Minerals hanno fatto registrare le peggiori performance complessive. Glencore è in assoluto la meno preparata, secondo CDP, agli effetti di una più stringente futura normativa sul carbonio.