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L’ultimatum del clima

L'ultimatum del climaI 230 scienziati più autorevoli del mondo hanno, per l’ennesima volta, messo in guardia la comunità internazionale sulla salute del pianeta.

In soli trent’anni la velocità del surriscaldamento dell’atmosfera è aumentata di tre volte ed i margini di recupero sono sempre più esigui. L’ultimo Rapporto ONU “IPCC Climate change 2014” ci indica, con pacata disperazione, la possibile via di uscita: ridurre tra il 40% ed il 70% le emissioni globali entro il 2050 ed annullarle completamente per la fine del secolo.

Obiettivi ambiziosissimi che presuppongono un’immediata convergenza delle politiche nazionali a questo fine ed un conseguente, quanto radicale, cambiamento dei nostri stili di vita. Sì perché una cosa è certa: bisogna che tutti noi cambiamo abitudini, scegliendo nel nostro modo di spostarci, di mangiare, di lavorare e di vivere all’interno della nostra casa il modo meno costoso per l’ambiente.

E alle cassandre che prevedono periodi di limitazioni e disagi rispondo che oggi abbiamo a disposizione tecnologie talmente mature da rendere la nostra vita più efficiente senza limitarne l’attuale qualità.

 

Tutta la partita si giocherà sullo sviluppo delle rinnovabili e sui sistemi di efficienza energetica che necessariamente entreranno in modo prepotente nella nostra quotidianità. Sarà un cambiamento epocale che produrrà, come ricordano gli esperti dell’ONU, anche benefici economici prodotti proprio dalla riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici. Ma i nostri politici saranno preparati a questa emergenza? La risposta purtroppo è scontata: se l’attuale tendenza della politica nazionale è di trascurare integralmente i problemi dell’ambiente, come sarà possibile che da noi si sviluppi la sostenibilità ambientale, economica  e, specialmente, quella sociale?

Politica sveglia!  Siamo ai tempi supplementari per garantire un futuro equo al Pianeta.