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L’Uk sostiene con 1,5 mld il fondo climatico per i paesi poveri

(Rinnovabili.it) – Arriva direttamente da Durban l’annuncio del ministro del Cambiamento Climatico britannico Chris Huhne che rivela i piani del Regno Unito, intenzionato entro fine anno a stanziare un fondo da un miliardo e mezzo di sterline in favore delle popolazioni povere che stanno lottando contro la minaccia del global warming. I dati diffusi dal Ministero dell’energia e del cambiamento climatico (DECC) dimostrano che ad oggi più di due terzi del denaro promesso a Copenhagen come sostegno alle economie in difficoltà è stato già assegnato, in particolar modo fondi per lo sviluppo e la protezione delle popolazioni africane. Tra questi spiccano per concretezza il progetto del valore di 150 milioni di sterline a sostegno del risanamento del trasporto pubblico e le iniziative per aumentare l’efficienza energetica in Nigeria, con la previsione di risparmiare 47 milioni di tonnellate di anidride carbonica oltre all’iniziativa di cofinanziamento dei progetti a basse emissioni per portare l’energia elettrica alle famiglie disagiate dell’Africa orientale e meridionale.

“Avevamo promesso che saremmo divenuti il governo Uk più green e oltrepassando l’impegno climatico stanziando un fondo superiore al miliardo dimostriamo l’impegno del Regno Unito a voler aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare e gestire gli effetti del cambiamento climatico” ha dichiarato Huhne in un comunicato stampa diffuso a seguito sdi un incontro tenutosi in occasione del COP17. “Il cambiamento climatico è la più grande sfida del 21° secolo per questo abbiamo la responsabilità morale di aiutare i paesi più poveri a rispondere. Questo non andrà solo a beneficio dei più vulnerabili, ma aiuterà tutti noi ad incamminarci verso un futuro più sicuro e più pulito” ha concluso il ministro.

Il fondo a sostegno dei paesi poveri, del valore di 30 miliardi complessivi, ha trovato il favore dei grandi del clima sia in occasione della conferenza di Copenhagen, sia lo scorso anno a Cancun, mentre pare non sia l’argomento di principale interesse negli incontri che si stanno svolgendo in questi giorni in Sud Africa con indiscrezioni che vogliono Stati Uniti, Venezuela e Arabia Saudita tra i maggiori oppositori al progetto.

 

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