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Lotta alla desertificazione, parte la COP16 di Riad: servono 2600 mld $ l’anno

Ogni anno, oltre 1 milione di km2 si degrada, minacciando ecosistemi, clima e biodiversità. La COP16 di Riad affronta il tema della desertificazione. Servono 2.600 miliardi di dollari l’anno per invertire questa tendenza

lotta alla desertificazione Cop16
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Almeno 1 milione di chilometri quadrati. È la superficie di territorio – grande più di 3 volte l’Italia – che si degrada e inizia a trasformarsi in deserto ogni anno. Oggi sono già in queste condizioni oltre 15 mln km2, in pratica un’area vasta come tutto l’Antartide. Sono i numeri all’insegna dei quali a Riad inizia oggi, 2 dicembre, la COP16 sulla desertificazione, il vertice annuale sulla lotta alla desertificazione organizzato dall’UNCCD.

La Convenzione ONU per il contrasto della desertificazione è una delle tre iniziative globali nate dal Summit della Terra di Rio nel 1992, a fianco di quella contro il cambiamento climatico (UNFCCC) e quella sulla diversità biologica (CBD).

Finanza per la lotta alla desertificazione: almeno 2600 miliardi l’anno

Anche la COP16 sulla desertificazione, come la COP29 di Baku sul clima il mese scorso, terrà al centro il tema della finanza. Perché a Riad si discuterà di rendere più stringenti li obblighi per gli Stati nella lotta alla desertificazione. E il contraltare di più obblighi, per i paesi con meno risorse, è l’aumento degli aiuti esterni.

Così, per la prima volta, l’UNCCD mette sul tavolo un numero: per invertire il degrado dei terreni e arginare la desertificazione servono almeno 2.600 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Lo ha annunciato il segretario generale dell’UNCCD, Ibrahim Thiaw, in un’intervista a Reuters alla vigilia della COP16 Desertificazione.

“La maggior parte degli investimenti per il ripristino dei terreni nel mondo proviene da denaro pubblico. E questo non è giusto. Perché essenzialmente il motore principale del degrado dei terreni nel mondo è la produzione alimentare… che è nelle mani del settore privato, ha detto Thiaw. Secondo l’UNCCD, oggi il settore privato fornisce solo il 6% del denaro necessario per riabilitare i terreni degradati.

Desertificazione, un problema globale: i dati

Oltre a mettere una cifra per la finanza contro la desertificazione, la COP16 parte anche da un rapporto sull’intreccio tra la crisi del degrado dei suoli e le altre crisi planetarie. Lo studio, preparato dal PIK di Potsdam, stima l’aumento della desertificazione in 1 mln km2 l’anno e mette in evidenza come problemi globali come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono strettamente legati alla degradazione del suolo, alimentando un circolo vizioso che minaccia la sostenibilità globale.

L’approccio suggerito dal rapporto – e portato avanti da tempo dagli studiosi del PIK – è basato sul concetto di “spazio operativo sicuro” e di “limiti del Pianeta: definisce la sostenibilità tramite indicatori che esplorano 9 limiti planetari e fissano la soglia di “sicurezza” per non alterare i processi biofisici essenziali su cui si basa la vita sulla Terra.

Secondo i più recenti dati dell’UNCCD sulla lotta alla desertificazione, oggi:

  • 7 confini planetari su 9 sono influenzati dall’uso del suolo.
  • 60%: Copertura forestale globale rimanente, ben al di sotto del limite sicuro del 75%.
  • 15 milioni di km2: superficie di terra degradata.
  • 20%: Superficie terrestre coperta da savane, ora minacciate dall’espansione delle coltivazioni e da rimboschimenti mal pianificati.
  • 46%: Superficie globale classificata come terre aride, che ospitano un terzo dell’umanità; il 75% dell’Africa è arido.
  • 90%: Percentuale della deforestazione recente direttamente causata dall’agricoltura, dominata dall’espansione delle coltivazioni in Africa e Asia, e dal pascolo di bestiame in Sud America.
  • 80%: Contributo dell’agricoltura alla deforestazione globale.
  • 23%: Quota delle emissioni di gas serra globali derivanti da agricoltura, silvicoltura e uso del suolo.
  • 50% vs. 6%: Percentuale delle emissioni agricole dovute alla deforestazione nei paesi a basso reddito rispetto a quelli ad alto reddito.
  • 46% / 66%: Efficienza dei fertilizzanti per azoto e fosforo; il resto si disperde con gravi conseguenze.
  • Oltre 2.700: Le politiche nazionali che affrontano l’inquinamento da azoto, mentre il fosforo è in gran parte trascurato.
  • 25%: Percentuale della biodiversità globale presente nel suolo.
  • 20%: Riduzione della capacità di assorbimento di CO2 da parte di alberi e suolo dal 2015, attribuita ai cambiamenti climatici.
  • 500 miliardi+ di dollari (2013–2018): Sussidi agricoli in 88 paesi, il 90% dei quali ha alimentato pratiche inefficienti e dannose.

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