(Rinnovabili.it) – Nel 1955, un po’ per la stretta incombente e un po’, forse, per il senso di colpa, un gruppo di 52 premi Nobel, riuniti sull’isola tedesca di Mainau, firmò l’omonima dichiarazione: un testo che chiedeva esplicitamente la fine dell’uso delle armi nucleari. Allora infatti, il lavoro di alcuni di questi scienziati (tra cui quello di Otto Hahn), impiegato per la costruzione di testate atomiche, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Oggi, a 60 anni di distanza, è ancora una volta l’urgenza a spingere 36 premi Nobel ha firmare una nuova dichiarazione di Mainau: in questo caso però non è il pericolo dell’apocalisse nucleare a preoccupare, bensì i danni del climate change. Le scoperte dei 36 firmatari, i cui campi d’azione vanno dalla chimica alla fisica passando per la medicina, hanno in gran parte migliorato la qualità della vita delle persone in tutto il mondo; ora però la compulsiva ricerca delle prosperità sta danneggiando il Pianeta in maniera irreversibile.
“Finora – si legge nel testo – siamo riusciti a evitare una guerra nucleare, anche se la minaccia rimane. Siamo convinti che il nostro pianeta stia affrontando un’altra minaccia di simili dimensioni simile. Generazioni di ricercatori hanno contribuito a creare un mondo di sempre più prospero. Questa prosperità è stata ottenuta al prezzo di un rapido aumento del consumo di risorse naturali. In assenza di un controllo, la nostra crescente domanda di cibo, acqua ed energia finirà per superare la capacità della Terra di soddisfare i bisogni dell’umanità, e porterà ad una tragedia umana generale”.
La dichiarazione arriva a pochi mesi dal summit sul cambiamento climatico che si terrà a Parigi alla fine di novembre 2015; e proprio su questo tema gli scienziati scrivono: “Secondo le valutazioni dell’IPCC, il mondo deve fare rapidi progressi nella riduzione delle emissioni attuali e future di gas a effetto serra per ridurre al minimo i rischi significativi del cambiamento climatico. Noi crediamo che le nazioni del mondo debbano cogliere l’opportunità offerta dalla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite a Parigi per intraprendere un’azione decisiva per limitare le emissioni globali future. Questo sforzo richiederà la cooperazione di tutte le nazioni, sviluppate o in via di sviluppo, e dovrebbe proseguire in futuro, secondo valutazioni scientifiche aggiornate”.
L’inazione? Avrebbe un prezzo troppo alto da pagare.