La lotta al cambiamento climatico è supportata dal prezioso strumento dei PAES in tutto il mondo
(Rinnovabili.it) – Buone notizie per la lotta al cambiamento climatico sul fronte normativo per quanto riguarda la Su un campione di 885 città appartenenti a 28 Stati dell’Unione Europea, infatti, quasi tutte hanno messo in campo degli strumenti come piani di mitigazione (66%), di adattamento (26%) e integrati (17%). Tra gli esempi più virtuosi troviamo i Paesi del Centro e Nord Europa. Anche l’Italia, grazie al Patto dei Sindaci (il più grande movimento delle città per le azioni a favore del clima e l’energia lanciato nel 2008 in Europa) fa la sua parte.
Un dato emerso dallo studio internazionale pubblicato su Journal of Cleaner Production al quale ha partecipato l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Cnr di Potenza, che ha coinvolto un network di trenta ricercatori provenienti da diciassette stati europei coordinati dall’Università olandese di Twente. Si tratta della ricerca in tema di piani climatici in Europa mai realizzata, ampliando quella che era stata pubblicata su Climate Change Letters.“La ricerca mostra una distribuzione disomogenea, con una predominanza di piani climatici urbani sviluppati nell’Europa centrale e settentrionale e nelle città con oltre 500 mila abitanti – Monica Salvia, ricercatrice Imaa-Cnr – l’80% è dotato di piani sviluppati autonomamente o in risposta alla legislazione nazionale in materia, che impone tale obbligo in Danimarca, Francia, Slovacchia e Regno Unito. A influenzare positivamente lo sviluppo di questi strumenti è anche la partecipazione a network europei quali il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) o progetti internazionali quali Life e Interreg. Il 40% delle città analizzate aderisce al Patto dei Sindaci e di queste, il 94% dispone di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile-PAES”.
In Italia infatti sono molte le città che si sono dotate di PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile), quindi degli strumenti messi dal Patto dei Sindaci e attraverso cui le singole amministrazioni puntano a ridurre del 20% le emissioni di CO₂ entro il 2020. Si tratta di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Firenze, Bari, Bologna, Catania, Venezia, Verona, Cremona, Trento, Trieste, Ancona, Pescara, Campobasso, Potenza, Sassari, Cagliari, Padova, Modena, Salerno, Piacenza, Bolzano, Udine, La Spezia, Lecce, Barletta, Pesaro, Pisa, Treviso, Busto Arsizio, Pavia, Massa, Cosenza, Savona, Matera, Acireale, Pordenone, Messina, Prato, Parma, Livorno, Reggio nell’Emilia, Ravenna, Ferrara, Rimini, Monza, Bergamo, Forlì, Latina, Vicenza, Novara, e Giugliano in Campania.
“L’elevata adesione a questo network è cruciale anche per allineare i Paesi mediterranei e le città più piccole nell’azione per il clima”, aggiunge Filomena Pietrapertosa, ricercatrice Imaa-Cnr. “In Italia, in particolare, 58 su 76 città analizzate sono firmatarie del Patto dei Sindaci e di queste 56 sono dotate di un Paes (cfr. elenco in calce). Soltanto Bologna e Ancona, però, hanno sviluppato un piano di adattamento nell’ambito di progetti europei (rispettivamente Life Blueap e Life Act) anche se altre città hanno avviato un processo di pianificazione per identificare le vulnerabilità climatiche dei loro territori”.