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Lotta ai rifiuti marini: l’Ue vuole la leadership

Sotto esame le singole relazioni degli Stati membri. Entro il 2013 Bruxelles presenterà la valutazione dello stato ecologico dei mari europei

(Rinnovabili.it) – Qual è lo stato di salute dei mari europei? Lo ha chiesto la Commissione Europea ai propri stati membri invitando le singole nazioni a redigere delle dettagliate valutazioni sullo stato ecologico delle loro acquee, sull’applicazione delle normativa comunitaria e sulle azioni messe in campo per tutelarne la qualità. La data ultima per trasmettere i rispettivi documenti era stata fissata per il 15 ottobre 2012, ma alcuni Paesi  – Polonia sopra a tutti – mancano ancora all’appello, avendo inviato informazioni parziali o lacunose. Bruxelles è pertanto intervenuta oggi per ricordare l’obiettivo di questa iniziativa e per pubblicare una tabella riassuntiva riportante una sintesi della legislazione, delle politiche e delle strategie esistenti negli Stati Membri.

 

“Al vertice della Terra Rio +20 – ha affermato il Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik – i leader mondiali si sono impegnati a ridurre in modo significativo i rifiuti marini entro il 2025. La Commissione europea intende essere tra i protagonisti di questa iniziativa e lavorare a stretto contatto con gli Stati membri, le convenzioni marittime regionali e le parti interessate al fine di individuare e sviluppare iniziative concertate per far fronte al problema”.

 

I dati o serviranno all’esecutivo per pubblicare la sua valutazione nel 2013, un documento contenente anche lo stato dei rifiuti marini e i diversi progetti pilota in corso per contrastarne la produzione. Inoltre Bruxelles dovrà consultare gli Stati membri e i paesi terzi, le convenzioni marittime regionali, i soggetti coinvolti e le altre parti interessate sul modo migliore di realizzare le iniziative in materia di rifiuti marini. Questa consultazione culminerà in una conferenza internazionale sulla prevenzione e la gestione dei rifiuti marini nei mari europei, organizzata congiuntamente dal ministero dell’Ambiente tedesco e dalla Commissione europea a Berlino nell’aprile 2013.