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Londra incolla lo smog alla strada

(Rinnovabili.it) – L’Europa preme perché le emissioni urbane di PM10 rispettino gli standard imposti a livello comunitario, ma i cittadini non riescono a fare a meno dell’auto privata e la mobilità sostenibile è ancora una scelta di nicchia. Come si fa allora a ridurre l’inquinamento legato al particolato? Semplice, basta incollare lo smog alla strada. L’idea, innovativa quanto bizzarra, è stata scelta dal sindaco Boris Johnson per i piani di miglioramento dell’aria londinese; stando ai dati ufficiali dell’amministrazione cittadina, la capitale inglese ha raggiunto il più alto livello di smog mai toccato dal 2003, andando così incontro al rischio di multe salate da parte di Bruxelles per aver sforato i limiti europei.

La soluzione cerotto, come definita dai critici del progetto, è stata avviata in via sperimentale lo scorso agosto dalla Transport for London (TfL). Nei mesi scorsi, infatti, una flotta di camion appositamente riadattati si è occupata di spruzzare, nel cuore della notte, una soluzione salina biodegradabile in due zone urbane “calde” sotto il profilo dei tassi di PM10: da Waterloo Bridge attraverso Victoria Embankment, fino a Tower Hill e da Marylebone Road alla stazione di King Cross. La soluzione, una miscela a base di acetato di calcio magnesio, agisce come uno speciale collante nei confronti dello smog. “Abbiamo setacciato il Pianeta per trovare nuovi modi per combattere l’inquinamento – ha commentato il sindaco Johnson – e abbiamo trovato questo congegno meraviglioso che affronta il problema della qualità dell’aria, attacca le particelle di particolato sulla superficie del manto impedendogli di tornare nell’aria che respiriamo”.

Secondo i piani dell’amministrazione comunale, l’idea dovrebbe ridurre PM10 del 10-20 per cento. Nonostante l’entusiasmo del primo cittadino, non sono mancati severi critici come il professore Frank Kelly del King College di Londra, esperto di inquinamento atmosferico e salute umana, che ha definito la soluzione uno “spreco di denaro pubblico”. “Come scienziato della ricerca sanitaria- ha commentato caustico Kelly – mi fa inorridire il fatto che stiano cercando di nascondere il problema in questo modo”.

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