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Lobbisti e negazionisti climatici, i consiglieri di Trump pagati dalle Big Oil

Lobbisti e negazionisti climatici, i consiglieri di Trump pagati dalle Big Oil

 

(Rinnovabili.it) – Ex lobbisti di compagnie fossili, negazionisti climatici, e persino procuratori generali “ammorbiditi” con donazioni sospette. Sono questi i profili dei più importanti consiglieri in materia di energia del partito Repubblicano nell’era di Donald Trump e di alcuni funzionari pubblici in prima fila nel mettere i bastoni tra le ruote alle politiche sull’ambiente dell’attuale amministrazione. Le Big Oil si sono costruite negli ultimi mesi una influenza crescente presso i vertici dei Repubblicani, a poche settimane dalle elezioni. Influenza che spazia a 360 gradi, dal candidato alla presidenza ai membri del Congresso degli Stati Uniti, passando per le aspirazioni alla rielezione di alcuni procuratori generali.

La punta dell’iceberg – l’ultima in ordine di tempo – è Jeff Wood, appena nominato consigliere per l’energia di Trump. Wood è un ex lobbista per la Southern Company, un gigante dei combustibili fossili che insieme alla Murray Energy ha tentato di bloccare l’approvazione del Clean Power Plan di Obama, il pacchetto di misure in favore delle rinnovabili. Ovviamente, passando da esponenti Repubblicani.

 

Un’inchiesta del Center for Media and Democracy (Cmd), infatti, svela che le due big hanno sborsato somme ingenti per sedersi allo stesso tavolo con quei procuratori generali in quota repubblicana. Il denaro è ufficialmente una donazione alla Raga, l’associazione dei giudici del partito di Trump. Miracolo della persuasione, appena due settimane dopo questi stessi procuratori hanno trascinato il piano di Obama per tagliare le emissioni di CO2 di fronte alla corte federale. Non si parla di cifre basse: secondo il Cmd dal 2015 a oggi sono finiti alla Raga oltre 2 mln di dollari, in parte anche da ExxonMobil e le Industrie Koch.

Altri due consulenti per l’energia di Trump, in carica dal mese scorso, hanno legami decisamente interessanti. Brooke Rollins e Kathleen Hartnett-White hanno entrambi un passato alla Texas Public Policy Foundation, parte di quella rete di enti dichiaratamente negazionisti climatici, che sono sponsorizzati profumatamente dalle Big Oil. Hartnett-White, ad esempio, sostituirebbe il panel dell’Onu sul clima (IPCC) con un’altra assemblea che dà parità di voce a quel 3% di scienziati che negano l’esistenza dei cambiamenti climatici. Risultato? Nel programma di Trump compare l’impegno a ritirare la firma degli Usa dall’accordo di Parigi sul clima.

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