(Rinnovabili.it) – L’inquinamento atmosferico è tra i principali responsabili di danni all’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, ma due recenti studi stanno facendo luce su nuovi e gravi effetti patologici, determinati dallo smog, sulle funzionalità cerebrali.
Analizzando l’esposizone media al traffico e all’inquinamento gli scienziati della “Harvard School of Public Health” di Boston, (Massachussets) hanno rilevato che soggetti di età superiore ai 51 anni che hanno vissuto in aree caratterizzate dall’elevata presenza di inquinanti hanno ridotte prestazioni nei test cognitivi rispetto a chi ha vissuto in aree con bassi livelli di smog.
Il secondo studio ha invece analizzato le capacità di reazione degli animali. Effettuato dalla Ohio State University di Columbus il rapporto evidenzia che la prolungata esposizione a sostanze inquinanti riduce lo sviluppo dei neuroni, compromettendo la capacità di apprendimento e di memoria.
Dal dipartimento di epidemiologia e salute ambientale della Harvard School of Public Health la dottoressa Melinda Potenza ha dunque confermato la pericolosità dell’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico riconducendolo ad un fenomeno che, evidenziandosi soprattutto la fascia anziana della popolazione, si sta trasformando in un vero problema di salute pubblica, con dinamiche di maggiore impatto riscontrate tra i fumatori e gli individui in sovrappeso; la conclusione è che vivere in aree inquinate provoca quindi agli individui un invecchiamento cerebrale di due anni più avanzato rispetto alle persone di equivalente età anagrafica che hanno vissuto in aree meno inquinate.
Lo studio dell’Ohio State University, effettuato su un campione di topi, ha permesso altresì di scoprire che l’elevata esposizione al PM2.5 causa un aumento nella percentuale di cellule infiammatorie nel cervello delle cavie mentre sugli uomini mente gli effetti sugli uomini evidenziano la possibilità di ottenere punteggi più bassi in caso di test cognitivi.