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Livello dei mari, rischiamo un innalzamento di oltre 2 m

Un nuovo studio afferma che i livelli delle acque potrebbero aumentare molto più rapidamente di quanto stimato dall’IPCC a causa dello scioglimento accelerato delle calotte glaciali sia in Groenlandia che in Antartide

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Secondo gli esperti raggiungere gli obiettivi climatici permetterà al livello dei mari di crescere “solo” 26 cm

(Rinnovabili.it) – Se il Pianeta dovesse fallire il contenimento delle emissioni climalteranti, entro la fine di questo secolo il livello dei mari potrebbero aumentare di oltre due metri. E per molte grandi città costiere si prospetterebbe un futuro subacqueo. L’ultimo allarme sul destino degli oceani risuona dalle pagine di un nuovo studio climatico che, inaspettatamente, supera le già pessime previsioni contenute del Report IPCC. Il documento, basato sulle valutazioni fatte da 22 esperti internazionali e pubblicato lo scorso lunedì su PNAS (testo in inglese), rivede tutte le stime fatte sino ad ora sul fronte dell’innalzamento oceanico. Il succo del lavoro? I precedenti studi sul livello dei mari sono stati fin troppo ottimisti. Secondo l’autore Jonathan L. Bamber e colleghi, lo scioglimento accelerato delle calotte glaciali sia in Groenlandia che in Antartide potrebbe, infatti, produrre effetti molto più intensi e rapidi.

 

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I ricercatori stimano che nel peggiore dei casi, ossia con un aumento della temperatura globale di 5 gradi Celsius entro il 2100, il livello dei mari potrebbero crescere di oltre due metri nello stesso periodo. Vale a dire il doppio rispetto al limite superiore delineato dall’ultimo rapporto degli esperti ONU (leggi anche IPCC: servono sforzi incredibili per limitare riscaldamento a 1,5 °C).

Una situazione del genere sarebbe “catastrofica, avvertono gli autori dello studio. “È davvero piuttosto triste”, ha commentato Bamber, professore di geografia fisica presso l’Università di Bristol alla CNN. “Due metri non è un buon scenario”. Per il pianeta significherebbe mettere a rischio la vita di 187 milioni di persone, con la conseguenza di spostamenti forzati in massa dalle isole e dalle zone costiere verso l’entroterra.

 

Il nostro studio suggerisce che esiste un rischio reale, un rischio plausibile di innalzamento del livello del mare molto consistente proveniente da entrambe le calotte glaciali”, ha aggiunto lo scienziato sottolineando come il genere umano abbia oggi una finestra piuttosto ristretta di opportunità per evitare alcune delle peggiori conseguenze.

E nel migliore dei casi, spiega la ricerca, riuscendo a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi celsius, l’innalzamento sarebbe “solo” di 26 centimetri.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.