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La lista nera Monsanto: censiti 600 nomi tra favorevoli e contrari al glifosato

lista nera monsanto glifosatoSolo in Francia e Germania, la lista nera Monsanto avrebbe collezionato circa 600 nomi, ma elenchi simili sarebbero stati realizzati per tutti i Paesi europei

 

(Rinnovabili.it) – Bayer ha confermato l’esistenza di una “lista nera Monsanto” stilata per censire figure pro e contro l’uso di pesticidi in 7 Paesi europei: la “watch list” conterrebbe almeno 600 nomi solo in Francia e Germania, tra politici, giornalisti e altri stakeholders.

 

L’esistenza della lista nera era stata anticipata a metà maggio da un’emittente televisiva francese: il documento, commissionato da Monsanto all’agenzia di comunicazione FleishmanHillard, risaliva al 2016 e sembrava contenesse non meno di 200 nominativi, tra cui anche giornalisti di AFP, uno dei principali network giornalistici francesi, che ha chiesto chiarimenti sulla questione.

 

In un tweet, Bayer, che ha acquisito la Monsanto nel 2018 per 63 miliardi di dollari, ha fornito nuove informazioni sullo stato dell’indagine interna: “Aggiornamento sulla lista di stakeholder di Monsanto – si legge nel tweet dell’Ufficio stampa Bayer – fino alla scorsa settimana, un’azienda assunta da Bayer (la Sidley Austin, ndr) ha contattato tutte le persone sulla lista francese e tedesca, per un totale di circa 600 nomi”.

 

Secondo le indiscrezioni finora trapelate, Monsanto avrebbe fatto realizzare a FleishmanHillard delle watch list anche per stakeholders, giornalisti e politici in Italia, Olanda, Spagna, Polonia e Regno Unito, oltre che per alcune istituzioni dell’Unione europea, censendo personaggi favorevoli e contrari all’uso diffuso di pesticidi e di colture geneticamente modificate. Il responsabile dei contatti con le lobby per Monsanto, Matthias Berninger, ha lasciato intendere in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt che, probabilmente, la stessa operazione sia stata fatta in tutti i Paesi europei per migliorare l’opinione pubblica del glifosato, all’epoca al centro dell’attenzione mediatica mondiale a seguito dello scandalo Monsanto papers.

 

Bayer ha sospeso dal proprio incarico la FleishmanHillard e ha promesso completa trasparenza sul caso della lista nera: da inizio 2019, l’azienda di Leverkusen è al centro di forti pressioni da parte dei propri investitori, molto critici rispetto l’acquisizione della Monsanto che ha portato in dote una serie di controversie legali lesive dell’immagine e dei conti della multinazionale tedesca.

 

Lo scorso mese, un tribunale californiano aveva condannato la Bayer Monsanto a risarcire con oltre 2 miliardi di dollari una coppia di agricoltori colpiti da linfoma non Hodgkin a seguito del prolungato utilizzo del Roundup, uno dei più diffusi diserbanti a base di glifosato prodotti da Monsanto. Si tratta della terza sentenza sfavorevole alla Monsanto da inizio 2019 nei soli Stati Uniti, dove le cause in attesa di essere discusse sarebbero oltre 11 mila.

 

Nel tentativo di migliorare l’immagine dell’azienda e di dimostrare il proprio impegno a favore di una produzione etica e responsabile, Bayer ha recentemente annunciato l’investimento di oltre 5 miliardi di euro nei prossimi 10 anni in ricerca sulla correlazione tra pesticidi e malattie neoplastiche e l’abbattimento del proprio impatto ambientale del 30% entro il 2030.

 

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