E' stato presentato stamane a Roma il nuovo Annuario dei Dati Ambientali ISPRA, arrivato alla decima edizione evidenzia i risultati di programmi e pratiche ambientali
(Rinnovabili.it) – L’Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale ( ISPRA ) ha presentato stamane a Roma la decima edizione dell’Annuario dei Dati Ambientali disegnando un panorama che tra buone e cattive e notizie traccia il bilancio di un’Italia pressoché in equilibrio. Perché se da un lato il consumo di suolo continua a crescere di 100 ettari al giorno e la superficie impermeabilizzata copre più del 6% dell’intero territorio, dall’altro non preoccupa più come prima, ad esempio, la qualità dell’aria. Nonostante infatti in alcune aree il consumo di suolo sia pari al 60% del territorio comunale, situazione presente in città come Roma e Napoli, nelle stesse realtà è stato notato un miglioramento dei livelli di biossido di zolfo, ossido di carbonio, benzene e piombo facendo eccezione per alcune aree e per determinate circostanze. A preoccupare è invece l’emergenza PM10,,PM2,5 ed Ozono(O3). Situazione diversa per l’ozono estivo: nel 2011 (da aprile a settembre compresi) l’obiettivo fissato a 120 μg/m3 non è stato superato solo nell’8% delle stazioni.
E mentre le estati italiane continuano ad essere bollenti, segno dell’effetto del cambiamento climatico che ha fatto registrare negli ultimi 14 anni temperature al di sopra delle medie, scendono le emissioni di gas ad effetto serra, diminuite del 3,5% in 20 anni. Se si tiene conto delle registrazioni effettuate dal 1990 al 2010, infatti, il volume dei gas è passato da 519,25 MtCO2eq a 501,32 MtCO2eq.
Rimane invece alto il livello di allerta per la perdita di biodiversità che interessa oltre il 50% dei vertebrati – pesci d’acqua dolce, anfibi e rettili – come del 55% della flora minacciate costantemente dall’uso di pesticidi, dal bracconaggio, del prelevamento non autorizzato di piante e fiori. A protezione degli habitat sono stati però organizzati programmi per salvaguardare la biodiversità tra cui la Rete Natura 2000 che conta 1.564 siti protetti per una superficie complessiva di 6.316.664 ettari (pari al 21% del territorio nazionale). Le aree protette di terra sono invece 871, e occupano circa 3 milioni di ettari mentre sono 27 le Aree Marine protette.
Per quanto concerne le attività nucleari il Lazio è stato individuato come la Regione con il più alto volume di rifiuti radioattivi seguita da Piemonte 18,0%, Emilia-Romagna 14,6%, Campania 11,0% e Lombardia 10,7%, mentre in termini di radioattività la regione più interessata è il Piemonte con il 72,3%.
Per i rifiuti urbani la situazione è differente: nel 2010 si sono registrate 32,5 milioni di tonnellate, con un livello procapite di 536 kg ovvero superiore di 4 kg rispetto al 2009, con percentuali maggiori nel Centro Italia.