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L’India dice sì alla senape OGM

Entro due anni entrerà in commercio la senape OGM che l’India sta finendo di testare. Cade una moratoria durata 5 anni, e Monsanto festeggia

L’India dice sì alla senape OGM

 

(Rinnovabili.it) – Anche l’India apre agli OGM, stracciando la moratoria del 2010. La senape geneticamente modificata per ora è fiorita in un campo di 2 mila metri quadri che si trova nel parco dell’Indian Agricultural Research Institute a New Delhi. La sperimentazione è arrivata alla sua fase conclusiva, e dopo le ultime prove la senape OGM entrerà in commercio. Nel giro di due anni potrebbe occhieggiare al consumatore su tutti gli scaffali dei supermercati, sostengono gli scienziati che hanno lavorato al progetto. La senape fornisce il più alto rendimento tra  i semi oleosi, e questo ceppo geneticamente manipolato, secondo lo scienziato che lo ha creato, dovrebbe avere un output triplo rispetto alla senape tradizionale.

 

Da ormai 5 anni era in vigore una moratoria sulle melanzane ingegnerizzate, perché si temevano effetti sulla sicurezza alimentare e la biodiversità. In realtà il governo non ha mai smesso di fare sperimentazione sul campo, ma a livello normativo tutto era rimasto fermo. Adesso, l’esecutivo guidato da Narendra Modi ha deciso di cambiare marcia. L’intenzione è quella di aumentare la produttività agricola del Paese, dove l’urbanizzazione sta divorando giorno dopo giorno la terra e la crescita della popolazione prospetta scenari preoccupanti: secondo le stime saranno 1,5 miliardi le bocche da sfamare entro il 2030, più ancora che in Cina.

Ecco perché dallo scorso agosto, Modi ha dato ordine – senza troppo clamore – di accelerare la sperimentazione. Era un sostenitore delle colture geneticamente modificate già quando era primo ministro del Gujarat, più di dieci anni fa. Allora, il cotone OGM era stato da poco introdotto nel Paese. Per la precisione era il 2002: il cotone Bt, che produce il proprio antiparassitario, è l’unica coltura OGM approvata in India, e rappresenta il 95% del cotone nazionale (11.6 milioni di ettari).

 

«Il nostro mandato è fornire una valutazione scientifica – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Prakash Javadekar – Alcuni esperimenti sul campo, circoscritti e sicuri, stanno proseguendo. Ci vorrà tempo per scoprire se il processo è sicuro o meno».

Tuttavia, gruppi ambientalisti associati al partito di Modi (Bharatiya Janata Party di Modi) si sono opposti alle colture GM perché rendono i contadini dipendenti dai semi brevettati dalle multinazionali. Sostanzialmente, è come se un intero settore agricolo del Paese fosse appaltato a un pugno di colossi privati stranieri. Il mercato mondiale degli OGM è dominato da quattro soggetti: Monsanto, DuPont Pioneer, Dow AgroSciences e Syngenta.

L’India non ha intenzione di fermarsi alla senape: attualmente gli esperimenti vengono effettuati anche su riso, ceci, mais, melanzane e nuove varietà di cotone. Gli Stati presieduti da governatori del partito di Modi (il BJP) sono quelli dove la ricerca è più attiva.