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IPCC: servono sforzi incredibili per limitare riscaldamento a 1,5 °C

L'obiettivo è "non impossibile", secondo il gruppo di esperti internazionali dell’IPPC. Ma raggiungerlo significherà cambiamenti “senza precedenti” nella società

riscaldamento a 1,5 °C

 

La ricetta salva clima dell’IPCC: -45% della CO2 al 2030 per limitare il riscaldamento a 1,5 °C

(Rinnovabili.it) – Una piccolissima finestra d’azione dove concentrare gli sforzi mondiali per evitare il punto di non ritorno: per gli esperti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) attenuare i peggiori effetti del global warming è ancora possibile. Ma per farlo servono “cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società”. Il percorso da intraprendere è quello descritto nelle 550 pagine del rapporto speciale “Global Warming of 1.5°C”, presentato stamane a Incheon, nella Corea del Sud. Si tratta di un complesso lavoro di analisi e sintesi scientifica elaborata da 91 esperti provenienti da 40 Paesi con oltre 6.000 referenze scientifiche citate e 40.000 osservazioni. Il documento, chiamato anche “SR15”, è stato pubblicato dopo l’approvazione, da parte dei rappresentati di 195 Stati, del “Sommario per i decisori politici”, relazione di 20 pagine, sui cui i delegati climatici dovranno impostare i colloqui alla prossima COP sul clima, questo dicembre in Polonia (COP 24 di Katowice).

 

Il contenuto dell’SR15 non presenta grandi sorprese rispetto a quanto anticipato nei mesi scorsi ma rafforza l’urgenza dell’azione. Due i punti principali: è necessario limitare il riscaldamento a 1,5 °C (rispetto ai livelli preindustriali dalla metà del 1800) anziché puntare ai 2 °C ed è necessario farlo subito. Lo scarto di temperatura è piccolo sulla carta ma comporterebbe grandi differenze di impatto nella realtà. Secondo gli esperti, ad esempio, entro il 2100, l’innalzamento globale del livello dei mari sarebbe inferiore di 10 cm con il riscaldamento a 1,5 °C rispetto ai 2 °C. Diminuirebbe sensibilmente anche la probabilità di avere un Oceano Artico completamente sgombro dai ghiacci durante l’estate e le barriere coralline avrebbero ancora una chance di sopravvivenza, lì dove i più 2 gradi significano invece la completa scomparsa.

“Uno dei messaggi chiave che emerge con forza da questo rapporto è che stiamo già vedendo le conseguenze dell’aumento globale della temperatura di 1°C attraverso condizioni meteorologiche più estreme, l’innalzamento del livello del mare e la diminuzione del ghiaccio marino artico”, spiega Panmao Zhai, co-presidente del gruppo di lavoro IPCC I. Continuando di questo passo le temperature mondiali raggiungerebbero i più 1,5 gradi tra il 2030 e il 2052.

 

“La buona notizia è che alcuni dei tipi di azioni necessarie per limitare il riscaldamento a 1,5 °C sono già in corso in tutto il mondo”, ha aggiunto Valerie Masson-Delmotte, Co-Chair of Working Gruppo I. “Solo avrebbero bisogno di accelerare”.  Il panel Onu ha stilato una sorta di manuale climatico per contenere il global warming in cui si chiede che le emissioni di biossido di carbonio prodotte dall’uomo diminuiscano di circa il 45 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 raggiungendo lo “zero netto” entro la metà del secolo.

Per raggiungere questo obiettivo, si legge nel Summary, l’energia rinnovabile dovrebbe fornire dal 70 all’85 per cento dell’elettricità entro il 2050. La quota di energia dal gas dovrebbe essere ridotta all’8 per cento e il carbone a meno del 2 per cento. Eventuali emissioni aggiuntive richiederebbero la diretta rimozione di CO2 dall’aria ma il rapporto afferma anche che l’efficacia di misure di compensazione, come la piantumazione di foreste, l’uso di bioenergie o la cattura e lo stoccaggio del carbonio, non hanno dimostrato l’efficacia su larga scala e alcune tecniche di CCS potrebbero comportare rischi significativi per lo sviluppo sostenibile.

 

“Global Warming of 1.5°C” è il primo di una serie di relazioni speciali che saranno prodotte nel sesto ciclo di valutazione dell’IPCC. L’anno prossimo il Gruppo pubblicherà il Rapporto speciale sull’oceano e la criosfera in un clima che cambia, e Cambiamenti climatici e terra.

 

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