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Legge Parchi: Legambiente rimprovera Clini di aver mancato di coraggio

Mancano di coraggio le proposte di modifica alla Legge sui Parchi, che avrebbe avuto bisogno, tra le altre cose, della presenza di un rappresentante del mondo agricolo all'interno del Consiglio Direttivo

(Rinnovabili.it) – Le proposte di modifica della Legge sui Parchi presentate dal Ministro Corrado Clini mancano di coraggio. Questo il rimprovero fatto da Legambiente, venuta a conoscenza di quanto contenuto nel provvedimento in discussione alla Camera.

La base è positiva, ma non sono stati i colti colgono i punti più innovativi della discussione sulla modifica delle legge sui parchi, promossa dalla Commissione Ambiente del Senato con il disegno di legge 1820.

Dall’Associazione il plauso alla proposta di cancellare le Commissioni di riserva delle Aree marine protette, strumento considerato inutile e all’iniziativa che punta ad abolire l’albo degli idonei all’esercizio della professione di Direttore di parco.

Meno convincenti, secondo Legambiente, le modifiche relative alla composizione del Consiglio Direttivo e per la nomina del Direttore dell’Ente “perché si corre il rischio di centralismo implicito nei criteri di nomina del Direttore del parco che vanno in direzione opposta a quanto espressamente richiesto dal mondo delle aree protette” ha dichiarato l’Associazione.

 

“A ciò si aggiunga l’esautoramento del Consiglio direttivo stesso, che non è più chiamato a fornire la terna dei candidati al ruolo di direttore, compito che spetterà al Presidente. Con questa scelta si dovrebbe certo garantire un maggior affiatamento tra Presidente e Direttore, ma il Ministro eserciterà un potere di nomina su una figura apicale che è un libero professionista, che deve garantire l’operatività di quanto deciso dal Consiglio direttivo, organismo collegiale che però non partecipa alla scelta del soggetto in questione” continua Legambiente.
Inoltre sarebbe importante includere nel Consiglio Direttivo un rappresentante del mondo agricolo allo scopo di riuscire ad integrare maggiormente le pratiche legate alla coltivazione anche con l’obiettivo di migliorare la conservazione della biodiversità. L’agricoltura potrebbe infatti svolgere un ruolo centrale nel rilancio del sistema Parchi cercando anche di coinvolgere i cittadini e le comunità locali nella conservazione della natura presente nei luoghi di residenza anche mediante l’adozione di stili di vita che rilancino lo sviluppo locale sostenibile.