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Legambiente: rase al suolo le “villette degli assessori”

Un altro simbolo dell'abuso edilizio degli anni 90 è stato demolito. da stamane sono al lavoro le ruspe che stanno abbattendo le villette degli assessori di Realmonte

demolizione-lido-rossello-(foto: sicilianewa24.it)(Rinnovabili.it) – Dopo l’abbattimento dell’ecomostro di Scala dei Turchi Legambiente festeggia un altro importante successo: le ruspe da stamattina stanno radendo al suolo le “villette degli assessori” sulla spiaggia di Lido Rossello e Realmonte, in provincia di Agrigento.

Le tre palazzine mai finite hanno deturpato per anni il paesaggio caratterizzato da un mare cristallino e da falesie bianchissime ma finalmente le denunce di Legambiente, partite dai primi anni novanta dello scorso secolo, hanno avuto successo. Nei primi anni Novanta alcuni assessori siciliani, da qui il nome “villette degli assessori”, si rilasciarono concessioni edilizie utilizzando regolamenti scaduti e senza tenere conto dei vincoli paesaggistici, puntando alla realizzazione di una serie di abitazioni accanto a dove sorgeva l’ecomostro dell’albergo demolito lo scorso 6 giugno, scempi entrambi dell’abuso edilizio che per oltre un ventennio ha danneggiato una delle baie più belle d’Italia.

 

“Quello che arriva dalla Sicilia con questi abbattimenti di Realmonte è un segnale di notevole importanza – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana Le ruspe stanno mettendo la parola fine a una pagina nerissima della speculazione edilizia sull’isola, una vera e propria aberrazione frutto di una scelta politica precisa, che prevedeva che tutta la spiaggia di Lido Rossello venisse cementificata, mare compreso. Le speculazioni rimaste incompiute e oggi finalmente demolite non erano, infatti, prive di autorizzazione, ma parte di un progetto di espansione previsto dal piano urbanistico”.

Le denunce di Legambiente risalenti al 1992 portarono la magistratura a riflettere e l’anno successivo a annullare le concessioni e bloccare i lavori. All’inizio del 1994 la Giunta municipale, la commissione edilizia e alcuni imprenditori vennero arrestati, processati e condannati. Nel 2011 il ricorso dei proprietari venne bocciato ed è di oggi la demolizione degli scheletri.