Legambiente presenta oggi a Roma l’edizione 2012 del rapporto Comuni Ricicloni. In cima alla classifica per il terzo anno consecutivo Pontenelle Alpi
(Rinnovabili.it) – Legambiente presenta oggi alle 10 l’edizione 2012 del rapporto Comuni Ricicloni, documento che evidenzia in che modo l’Italia gestisce i rifiuti prodotti.
A vincere per buone pratiche, per il terzo anno consecutivo, Ponte delle Alpi (BL), ma sono buoni anche i risultati generali, che vedono 1 comune su 7, ovvvero il 13% del totale, a differenziare una quota rifiuti superiore al 65% e ottenere quindi l’ormai noto appellativo di Comuni Ricicloni.
Ben 1.123 le realtà virtuose del Bel Paese, mentre sono 883 i comuni che continuano ad apparire in classifica da tre anni.
Comuni Ricicloni 2012, giunto oramai alla sua diciannovesima edizione, ha premiato chi ha differenziato almeno il 65% dei rifiuti prodotti, margine stabilito a partire da quest’anno contro il 60% sufficiente fino alla scorsa edizione del premio. Se infatti ai 1.123 comuni insigniti nel 2012 si vanno ad aggiungere le realtà che hanno raggiunto il 60%, quota suifficiente fino al 2011, si ottiene un importante risultato: 1.488 comuni in regola con la legge dello Stato (1 Comune su 5 pari al 18% dei comuni italiani).
Ma oltre a sottolineare l’importante aumento della quota di rifiuti correttamente gestiti è da sottolineare la riduzione delle quote di scarti prodotti, inferiore del 4,4% rispetto allo scorso anno.
“Segno evidente di crisi – commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – di “decrescita infelice”. Ma anche frutto delle iniziative volte al contenimento della produzione dei rifiuti intraprese da progettisti, produttori, comuni virtuosi, cittadini attenti al valore d’uso delle cose che si comprano e si gettano. Insomma dalla crisi usciremo diversi da come siamo entrati. Sono passati circa 30 anni da quando si sono varate in Italia le fondamenta giuridiche e industriali del settore rifiuti e già tutto cambia. Allora si regolamentavano discariche e inceneritori. Oggi nella “green economy” del riciclaggio operano migliaia di aziende nuove o rinnovate, decine di migliaia di occupati, servizi, imprese sociali e attività di ricerca: in tutto 5mila imprese e 150mila occupati, secondo in Europa solo alla Germania. Non si parla più solo di settore rifiuti, ma di una parte importante del settore manifatturiero e dei servizi in generale, per l’attivazione del quale il ruolo dei consorzi è stato fondamentale”.
LE REGIONI In cima alla classifica Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte. Tra queste va sottolineata la crescita delle quote attribuite al Trentino, che sale del 2,7%. Bene la Toscana, che grazie all’inserimento della raccolta domestica dei rifiuti entra nella top 5. A rimanere bassa la Sardegna, con il segno negativo del 6,35%.
I CAPOLUOGHI DI PROVINCIA Tra i capoluoghi citati solo 2 superano i centomila abitanti, ovvero Salerno e Novara mentre rimane in cima all’elenco anche Pordenone e, triste primato, per il quarto anno consecutivo nessun capoluogo del centro Italia appare in elenco.
LE GRANDI CITTÀ Al nord la quota di differenziata rimane stabile al 34% a Milano e per l’autunno è prevista l’attivazione della raccolta dell’organico da cucina in alcuni quartieri mentre a Torino, che però non rientra nella classifica, supera il 40% di raccolta grazie al porta a porta in alcune zone mentre nelle altre aree la percentuale è ferma al 30%. Al centro è grave la situazione di Roma, che con l’esaurimento e il caso della discarica di Malagrotta ormai al collasso è in emergenza pattume. Al sud mantiene buoni livelli Salerno, con il 68% di raccolta differenziata.