(Rinnovabili.it) – Il rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque italiane parla chiaro: sono in circolo ancora troppe sostanze. Negli ultimi anni il consumo di prodotti chimici nelle campagne è tornato a crescere regalando all’Italia un solido terzo posto in Europa nella vendita di pesticidi. E nonostante siano diminuite le vendite dei prodotti classificati come “tossici e molto tossici” a favore di sostanze etichettate solo come “nocive”, nelle risorse idriche nazionali la loro frequenza non cala. Il motivo? In gran parte a causa della persistenza di queste sostanze e nella risposta complessivamente molto lenta dell’ambiente, in particolare nelle acque sotterranee. Un quadro generale definito da Legambiente “sempre più preoccupante”.
“La contaminazione del 67% dei punti monitorati nelle acque superficiali e di un terzo di quelle sotterrane – commenta a caldo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – conferma che la strada è ancora lunga, nonostante la crescita esponenziale dell’agricoltura biologica e di pratiche sostenibili che stanno dando un contributo importante alla riduzione dei fitofarmaci, al ripristino della biodiversità e alla salute dei suoli”. Le buone pratiche alternative esistono ma fanno fatica a combattere il mercato dei fitosanitari tradizionali anche quando la scienza mostra che per le aziende agricole è possibile ridurre i pesticidi aumentando la produzione e i profitti.
Il risultato è che nelle nostre acque scorre oggi un cocktail di veleni dagli effetti a lungo termine per lo più sconosciuti. Come già evidenziato in passato dalla stessa associazione ambientalista, nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte a miscele, con un numero medio di circa 5 sostanze a campione e picchi che toccano anche un massimo di 55 molecole. “L’aumento di ispezioni – spiega Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente – […] fa emergere con sempre maggiore chiarezza le criticità ancora presenti”. Attualmente mancano ancora strumenti concreti di riduzione e eliminazione dei pesticidi nella nuova Politica agricola comunitaria (Pac) e dei Piani di sviluppo rurale. A livello nazionale devono essere ancora uniformati i controlli, come prevede la legge 132 del 2016 per la protezione dell’ambiente, ed è necessario investire maggiormente su ricerca e innovazione per l’agroecologia. “L’agricoltura di qualità, – aggiunge Gentili – oltre al chilometro zero e alla sostenibilità della filiera, deve puntare a eliminare i pesticidi”.
Per chiedere alternative concrete all’uso massiccio di queste sostanze Legambiente aderisce alla Marcia Stop Pesticidi, il corteo che si terrà il 13 maggio a Treviso, Verona e Bolzano.