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Spiagge indifese: Legambiente denuncia il degrado del suolo costiero

Legambiente denuncia il degrado del suolo costiero-

 

(Rinnovabili.it) – Un’istantanea delle coste italiane scattata da Legambiente mostra che il 42% delle nostre spiagge è soggetta a processi di erosione dei fondali. Un degrado del suolo che rappresenta un fenomeno naturale amplificato dall’antropizzazione dei litorali, dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni. Mentre le spiagge si assottigliano, onda dopo onda, le opere di difesa poste a protezione degli arenili rischiano di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste.

 

Legambiente denuncia il degrado del suolo costieroNonostante ciò, proliferano i progetti invasivi per l’installazione di nuove barriere artificiali su molte aree, incuranti del rispetto di habitat sensibili e siti di interesse comunitario. Come gli interventi previsti nel ragusano, il grande progetto nel Golfo di Salerno e quello sul litorale laziale di Ostia. La denuncia è contenuta nel dossier “Spiagge Indifese”, uscito quest’oggi a firma dell’associazione ambientalista, che riporta alcuni dati.

Il litorale marchigiano, ad esempio, è funestato per circa l’80% da opere rigide di difesa, installate negli ultimi 50 anni, quasi ad inseguire i processi erosivi che esse stesse innescavano nelle spiagge vicine. Ad Ostia si prevede di installare barriere su 4 km di costa, per 5 milioni di euro, nonostante il tratto di litorale minacciato non superi il chilometro. Peggio ancora l’intervento previsto nel Golfo di Salerno: 42 pennelli a “T”, in aggiunta a barriere rigide, per cui si stima un prelievo di 1.2 milioni di tonnellate di materiale da cave a terra e 75 mila viaggi di camion per il trasporto.

 

Ecco perché l’associazione del cigno verde ha deciso di lanciare un weekend di volontariato volto alla pulizia delle spiagge, che ha raggiunto i 300 eventi sul territorio.

«Obiettivo è tutelare e preservare la natura degli habitat costieri, liberare l’accesso alle spiagge e liberarle dal cemento, avviare una radicale riqualificazione dell’esistente e progettare e realizzare opere di adattamento dell’erosione costiera, a partire dalla salvaguardia dei sistemi dunali, calibrate secondo le precise necessità – ha detto Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – Per questo continueremo a impegnarci nel contestare l’errata pianificazione di alcuni progetti di difesa dei litorali e a lavorare per l’adozione di un approccio integrato e complessivo di riqualificazione della costa, come concreta e duratura azione per la tutela delle spiagge».

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