Esiste un solvente più sostenibile e biodegradabile di quelli chimici e tossici utilizzati oggi per ripulire l’acqua dalle fughe di petrolio. È la lecitina di soia
(Rinnovabili.it) – La marea nera si può fermare con la lecitina di soia. È la scommessa di uno studio americano, che ha messo a punto un composto a base vegetale capace di ripulire il mare dal petrolio evitando l’impatto ambientale aggiuntivo dei solventi tradizionali. Gli esperti della American Chemical Society, che hanno pubblicato la ricerca su ACS Sustainable Chemistry & Engineering, cercavano alternative alle sostanze tossiche per la vita marina usate fino ad oggi. Così sono arrivati alla lecitina di soia, un tensioattivo utilizzato nell’industria alimentare, rivelatosi efficace nello stabilizzare le emulsioni oleose nell’acqua. Oltre alle sue eccellenti proprietà emulsionanti, la lecitina è biodegradabile e, a detta degli scienziati, ecologicamente accettabile.
Il processo ha previsto due fasi. Prima la lecitina di soia è stata frazionata, utilizzando l’etanolo, in fosfatidilinositolo (PI) e fosfatidilcolina (PC), i suoi componenti lipidici. L’esperimento poi condotto in laboratorio – spiega l’American Chemical Society – ha comparato la capacità solvente di questi lipidi con quella dei due solventi chimici tradizionalmente utilizzati per tamponare le fughe di petrolio in mare. I risultati hanno portato a conclusioni incoraggianti: la fosfatididilcolina si è rivelata più efficace di tutti gli altri nella scomposizione del petrolio in particelle minute, più semplici da rimuovere dall’acqua.
«I risultati di questo studio suggeriscono che i solventi formulati a partire da PI e PC hanno il potenziale di sostituire i solventi chimici tradizionali», spiega l’introduzione alla ricerca.
La principale caratteristica è che questo solvente assorbe le molecole di greggio in tempi brevi. La rapidità d’azione è molto importante quando è necessario correre ai ripari per limitare i danni prodotti dall’esplosione di una petroliera, di una piattaforma petrolifera come la Deep Water Horizon o le perdite di un oleodotto. Le acque di mari, fiumi e laghi spesso vengono irrimediabilmente compromesse, con stragi di animali acquatici e uccelli. Abbandonare i solventi chimici, che creano un danno nel tentativo di limitarne un altro, è certamente un passo avanti. Resta da capire, se la trovata dell’ACS farà strada, quale tipo di soia verrà utilizzata. Se per la coltivazione del solvente si adopereranno semi geneticamente modificati, il beneficio dal lato degli sversamenti petroliferi in mare sarà compromesso dalla perdita di fertilità delle terre.