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Le ondate di calore fanno bollire il mondo: 1 mese di pessimi record

ondate di calore

 

Le ondate di calore hanno interessato tutto l’emisfero settentrionale

(Rinnovabili.it) – Non saranno state le settimane più calde mai registrate a livello mondiale, ma le alte temperature dei giorni passati hanno fatto suonare parecchi campanelli d’allarme locali. In una “combo” di eventi meteo estremi, la fine di giugno e l’inizio di luglio hanno scosso buona parte del Pianeta con una raffica di ondate di calore insolitamente intense. E mentre Taiwan raggiunge per la prima volta i 40,3° C, Mezaira, nella parte centro-meridionale degli Emirati Arabi Uniti, le colonnine di mercurio sono schizzate a 51.5° C lo scorso mercoledì.

In molte aree il caldo non dà tregua neppure la notte: a Quriyat, sulla costa dell’Oman, le temperature notturne sono rimaste al di sopra dei 42,6° C, ritenuta essere il minimo più alto mai registrato al mondo.

 

Nel complesso, a risentire della situazione sono state tutte le fasce dell’emisfero settentrionale, che hanno assistito ad alte temperature, insolitamente persistenti a causa di sistemi di alta pressione che hanno creato una “cupola di calore” su gran parte dell’Eurasia. Come spiega Michael Mann, direttore del Earth System Science Center della Pennsylvania State University “La cosa insolita è la scala emisferica delle ondate di calore: non solo quanto alta sia la temperatura, ma quanto grande sia l’area interessata”. Un clima eccezionalmente caldo e soleggiato (fino a 7 gradi sopra la media) ha causato diversi incendi nella Russia settentrionale, devastando ben 80.000 ettari di foresta vicino alla regione di Krasnoyarsk. Il Centro idrometrico siberiano occidentale ha emesso avvisi di tempesta dopo cinque giorni di temperature a 30° C. Gli esperti climatici temono che ciò acceleri lo scioglimento del permafrost, rilasciando metano.

 

E se in Canada le ondate di calore hanno fatto almeno 54 vittime, in Europa il centro meteorologico dell’ONU ha messo in guardia contro siccità, incendi e perdite di raccolto. L’intera regione del Caucaso, una zona montuosa al confine tra Europa e Asia, ha registrato temperature particolarmente elevate questo mese: la capitale della Georgia, Tbilisi, ha toccato il massimo storico di 40,5 ° C il 4 luglio, e il caldo ha messo a dura prova le reti elettriche di molti Paesi vicini.

La principale preoccupazione è che i fronti meteorologici, caldi e freddi, vengano bloccati più frequentemente a causa dei cambiamenti climatici. Questo fa sì che fenomeni come la siccità e le tempeste persistano nel tempo, amplificando i danni, come successo la scorsa settimana in Giappone, dove le violente piogge hanno provocato la morte di almeno 150 persone (leggi anche Giappone, alluvioni e frane compiono una strage: oltre 114 vittime).

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