(Rinnovabili.it) – Otto grandi aziende energetiche hanno invitato l’Unione europea definire in tempi brevi gli obiettivi vincolanti in tema di rinnovabili, efficienza ed emissioni da imporre per il 2030. In un documento congiunto la britannica SEE, l’italiana Sorgenia, la danese Dong Energy, la spagnola Acciona e altri grandi nomi del settore elettrico hanno riunito timori e preoccupazioni per il futuro a medio termine, invitando l’esecutivo della Comunità ad avere più ambizione e coraggio.
La “road map” disegnata da Bruxelles, e presenta lo scorso mese, fornisce delle indicazioni generali agli Stati Membri per il decennio successivo al 2020 ma, fa notare l’industria, mancano politiche formali che infondano la giusta fiducia al comparto. “Per chi deve investire nello sviluppo e nell’implementazione di nuove soluzioni e tecnologie, sono assolutamente fondamentali ambiziose misure politiche per il 2030”, si legge nella lettera sottoscritta dalle otto società e inviata alla Commissione europea e ai governi nazionali.
Le aziende si sono unite in un’alleanza informale che si descrive come “una coalizione liberamente fondata da società energetiche progressiste [che] condividono le stesse idee sulla trasformazione accelerata del sistema energetico”. La mancanza di obiettivi vincolanti post-2020, un ETS che non riesce a stimolare gli investimenti nelle fonti rinnovabili e un’infrastruttura di dispacciamento obsoleta sono tutti fattori che – a detta di Sorgenia e le altre – stanno gravemente minacciano di distruggere la necessaria modernizzazione e decarbonizzazione del settore energetico europeo. “Chiediamo alla Commissione e la Presidenza del Consiglio – conclude la missiva – di collaborare e decidere al più presto in merito a obiettivi legali vincolanti per le energie rinnovabili, le emissioni di CO2, e l’efficienza energetica per il 2030”.