Un progetto Ue aiuta a conoscere le aree agricole irrigue e migliorare il sequestro della CO2 al fine di combattere il cambiamento climatico
(Rinnovabili.it) – Dopo la gestione sostenibile delle foreste l’Ue passa alla gestione sostenibile delle aree agricole irrigue. Il progetto ha come obiettivo la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, da raggiungere soprattutto attraverso l’aumento del sequestro della CO2 atmosferica e la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra.
Della durata di tre anni, l’iniziativa garantirà la diffusione e il miglioramento della conoscenza scientifica relativa alle emissioni di gas serra associate ai sistemi agricoli irrigui, ovvero all’applicazione artificiale di acqua al terreno coltivato, dimostrando che queste tecniche hanno anche effetti benefici per la mitigazione del cambiamento climatico. Valutando le diverse realtà, sarà possibile valutare quali siano le tecniche attualmente utilizzate in grado di dare i risultati migliori per questo verrà fornita a 30 agricoltori appositamente scelti la possibilità di utilizzare questi nuovi modelli e queste tecniche innovative a livello locale, regionale e nazionale.
L’introduzione di moderne tecniche di irrigazione ha ad esempio reso possibile la coltivazione in zone aride e semi aride con notevoli vantaggi economici. Tuttavia il cambio d’uso del suolo a volte può rilevarsi problematico.
Al momento il settore agricoltura è responsabile del 20% delle emissioni totali di gas ad effetto serra che provengono dalla fermentazione e dall’ossidazione della materia organica quindi l’importante è trovare un modo per evitare che il carbonio assorbito da terreno ritorni nell’atmosfera contribuendo al global warming.
“Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato su processi incentrati sull’incorporazione e stabilizzazione della sostanza organica nel suolo” ha dichiarato un ricercatore UPNA, Paloma Bescansa ricordando che uno dei sistemi escogitati è legato all’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera e a mantenere parte di quella esistente nel suolo, memorizzata nella sostanza organica. Questo potrebbe risultare vantaggioso per la fertilità dei terreni e per la riduzione del fenomeno dell’erosione.