Secondo il nuovo rapporto del Worldwatch Institute, l’agricoltura biologica avrà un ruolo sempre più cruciale nel ridurre la vulnerabilità dei modelli atmosferici
Se da una parte, infatti, i metodi di coltivazione tradizionali portano a una degradazione dell’ambiente e alla perdita di biodiversità, dovute principalmente all’erosione dei suoli e all’eccessiva estrazione di acqua, dall’altra il biologico utilizza fino al 50% in meno di energia fossile e si basa su una serie di pratiche colturali (rotazione delle colture biologiche, concimazione a campi vuoti, mantenimento di arbusti e alberi perenni nelle aziende agricole) che stabilizzando i suoli, migliorando la ritenzione idrica e aumentando del 30% il tasso di biodiversità rispetto alle “farm” tradizionali, riducono la vulnerabilità dei modelli atmosferici. Nonostante le certificazioni per l’agricoltura biologica siano sempre più concentrate nei Paesi ricchi, i ricercatori che hanno condotto lo studio affermano che la produzione alimentare sostenibile sarà sempre più centrale nei Paesi in Via di Sviluppo: sono milioni, infatti, le persone che praticano il biologico non certificato, coinvolte in piccole aziende agricole a conduzione familiare e a una produzione orientata ai mercati locali.