(Rinnovabili.it) – Largo ai giovani scienziati e professionisti del settore nell’individuazione di quelle priorità capaci di condurre l’intero pianeta a una sicurezza energetica e idrica stabile entro il 2050. La settimana mondiale dell’acqua si è chiusa con una visione che guarda al futuro senza dimenticarsi delle caratteristiche oggettive del mondo in cui viviamo oggi. In un tam tam amplificato dall’utilizzo dei social network, infatti, i più giovani hanno potuto raccogliere facilmente punti di vista, opinioni e suggerimenti su come affrontare le attuali sfide in materia di cibo, energia ed acqua, e avanzare una previsione futura, raggiungibile solo dopo aver superato le attuali sfide in materia di sicurezza energetica, alimentare ed idrica.
IL MONDO NEL 2050
Per i più giovani, tra meno di quarant’anni ci sarà una parità di accesso a servizi igienici adeguati, acqua potabile, cibo e salute; gli ecosistemi godranno di un’ottima salute e i cittadini saranno informati, consapevoli e proattivi, caratteristica che unita alla responsabilità e alla trasparenza, contribuirà ad aumentare l’inclusione nel processo decisionale di tutte le parti sociali interessate, compresi donne, giovani e popolazioni indigene.
IL MONDO DI OGGI
Purtroppo, però, viviamo ancora in un mondo in cui ben 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari e 800 milioni di persone sognano l’acqua potabile; un miliardo di persone va a letto affamato e altri 3 sono denutriti, tutto questo mentre tra il 30% e il 50% del cibo prodotto viene sprecato e un miliardo di persone è obeso.
COSA FARE DUNQUE?
Le regole che, secondo i più giovani, potranno condurci verso quanto ipotizzato per il 2050 sono semplici e poche: incrementare gli investimenti nell’agricoltura sostenibile, sprecare meno cibo, promuovere sistemi di sostegno allo sviluppo sostenibile, acquisire una maggiore capacità di adattamento, capire il legame tra acqua, cibo ed energia, recuperare e riutilizzare le risorse, promuovere mercati più equi, ma soprattutto imparare dagli errori così come dai successi.