(Rinnovabili.it) – A che punto si trova la Svizzera nel percorso verso la sostenibilità? A spiegarlo è il Rapporto sullo sviluppo sostenibile 2012, il documento appena pubblicato che, grazie alla collaborazione congiunta degli Uffici Federali di Statistica, dello Sviluppo Territoriale, dell’Ambiente e dalla Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione, fa il punto su quanto accaduto in Svizzera negli ultimi 20 anni. Partendo infatti dal Vertice della Terra di Rio del 1992, il Rapporto ha messo in evidenza un’evoluzione contrastata. Gli autori del rapporto hanno condotto il monitoraggio avvalendosi del sistema di indicatori dello sviluppo sostenibile MONET, uno strumento che prende in considerazione le condizioni di vita della generazione attuale, la distribuzione delle risorse, l’efficienza d’uso che di esse ne viene fatta e i patrimoni (umano, economico, sociale e naturale) che sarà possibile trasmettere alle generazioni future. Se da una parte la Svizzera è uno dei Paesi a livello internazionale in cui si vive bene, dall’altra ci sono alcune tendenze che, se non invertite, potrebbero compromettere lo sviluppo delle generazioni future.
Innanzi tutto le risorse sono distribuite ancora in maniera diseguale, sia all’interno del Paese che in generale su scala mondiale. “In Svizzera – si legge nel comunicato stampa – ogni abitante consuma quasi tre volte più risorse e servizi ambientali rispetto a quelli disponibili in media pro capite a livello mondiale”. Oltre a questa situazione, il Rapporto ha rilevato un aumento dei consumi, associato a un aumento dei rifiuti urbani (+ del 30% dal 1992), a cui si aggiunge anche un consumo delle risorse non rinnovabili che non consente di preservare le scorte disponibili per le generazioni future. Si tratta di una zona d’ombra che il Paese sta cercando di illuminare puntando sul miglioramento del capitale umano e aumentando la quota del prodotto interno lordo dedicata agli investimenti.