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La seconda vita di abiti e tessuti comincia in città

(Rinnovabili.it) – Si rinnova spirito e sostanza del sistema nazionale di recupero degli abiti usati. Con l’obiettivo di sostenere la filiera di riciclo garantendo regole omogenee e vantaggi socio-economici per ambiente e collettività, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e il Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati (Conau) hanno firmato un accordo di cooperazione che si propone di definire una convenzione in merito alle modalità di effettuazione della raccolta differenziata della frazione tessile.

Secondo i dati del Consorzio il consumo di abiti e di accessori in Italia si aggira intorno ai 14 kg/persona annui, di cui in media solo 1,5 Kg/persona sono destinati alla raccolta differenziata, contro una media europea che tocca i 7 kg. Il margine di miglioramento dunque esiste e deve essere raggiunto e in questo contesto si pone l’intesa. L’accordo mira ad istituire una corretta gestione dei rifiuti tessili e prevede professionalità e qualificazione degli operatori coinvolti, garantendo inoltre la tracciabilità dei rifiuti per l’avvio ad effettivo recupero degli stessi.

Il progetto è stato presentato ieri da Filippo Bernocchi, assessore all’ambiente del comune di Prato e delegato Anci ai rifiuti che ha evidenziato i benefici del progetto “Da una maggiore qualità del riciclo il Paese abbia solo da guadagnarci in termini di benefici economici e ambientali. E’ fondamentale insistere su questo aspetto perché una corretta valorizzazione del rifiuto e in questo caso del rifiuto tessile comporta una diminuzione dei costi per il cittadino, un aumento dei posti di lavoro e una riduzione delle emissioni atmosferiche”. Le parti concordano inoltre sull’attivazione di un Tavolo tecnico aperto anche alle rappresentanze nazionali degli operatori del settore del recupero dei rifiuti tessili e dei gestori dei servizi di igiene urbana.

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